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SPAZIO CRITICO
IN COLLABORAZIONE COL GRUPPO LIGURE CRITICI CINEMATOGRAFICI
"Take Shelter", di Jeff Nichols
I LaForche sembrano una normalissima famiglia della provincia americana (siamo in Ohio) impegnata come milioni di altre a inventarsi una vita accettabile nel pieno dell'imperversare della crisi economica che sta attanagliando il mondo.
(di Furio Fossati)
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Sezione: Recensioni di Aldo Viganò
“C’era una volta… a Hollywood” di Quentin Tarantino
di Aldo Viganò.
La tendenza di molti critici benpensanti a dividere, in occasione dell’uscita di ogni nuovo film di Quentin Tarantino, l’effimero mondo del cinema tra “tarantiniani” e “anti-tarantiniani” potrebbe essere facilmente superata se si fosse in grado di guardare innanzitutto quello che passa sullo schermo
“Il signor Diavolo” di Pupi Avati
di Aldo Viganò.
Dalla rossa Emilia Romagna della sua gioventù (già sovente rivisitata da Pupi Avati anche in chiave horror e a ritmo di jazz), a un Veneto cupamente democristiano
“I morti non muoiono” di Jim Jarmusch
di Aldo Viganò.
Jim Jarmusch (classe 1953) prende alla lettera l’affermazione di Amleto – “Il mondo è fuori di sesto” (“The time is out of joint”) – fatta propria anche da Philip K. Dick nel titolo di un suo romanzo del 1959
“Il traditore” di Marco Bellocchio
di Aldo Viganò.
Avvicinandosi al compimento degli ottant’anni, l’ex-énfant prodige del cinema italiano è diventato sempre più l’ultimo dei registi classici. Un autore cinematografico che padroneggia in modo consapevole il proprio talento, trovando ogni volta il tono giusto per raccontare una storia
“Dolor y gloria” di Pedro Almodòvar
di Aldo Viganò.
Era da più di tre anni, dal modestissimo “Julieta” (2016), che non si sentiva più parlare di Pedro Almodòvar. Ora “Dolor y gloria” ce ne dà la motivazione: avvicinandosi ormai ai settant’anni, il discusso e discutibile regista spagnolo ha attraversato un lungo periodo di crisi.
“I figli del Fiume Giallo” di Jia Zhangke
di Aldo Viganò.
Sarà perché ormai da molti anni non frequento più i grandi festival generalisti, ma anche dopo la visione di questa ultima sua pellicola, che gli esperti testimoniano essere una sintesi tematica ed estetica di tutta la sua filmografia, non riesco a condividere gli entusiasmi critici
“I fratelli Sisters” di Jacques Audiard
Aldo Viganò.
Oregon 1851. Sparatorie nel buio della notte, “Bounty Killers” nell’esercizio del loro lavoro, cavalcate lungo i canyons e bivacchi intorno al fuoco, cercatori d’oro e saloon con tante persone intorno al bancone
“La ballata di Buster Scruggs” di Joel e Ethan Coen
di Aldo Viganò.
I fratelli Coen tornano al western dopo il remake di “Il Grinta” e consegnano allo schermo cinematografico o televisivo (non c’è differenza, trattandosi di una produzione Netflix) un film in sei episodi fruibili singolarmente