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SPAZIO CRITICO
IN COLLABORAZIONE COL GRUPPO LIGURE CRITICI CINEMATOGRAFICI
"Take Shelter", di Jeff Nichols
I LaForche sembrano una normalissima famiglia della provincia americana (siamo in Ohio) impegnata come milioni di altre a inventarsi una vita accettabile nel pieno dell'imperversare della crisi economica che sta attanagliando il mondo.
(di Furio Fossati)
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Sezione: Recensioni di Aldo Viganò
“Tramonto” di Laszlo Nemes
di Aldo Viganò.
Ci sono registi che sanno far vivere i personaggi dei loro film e raccontare le proprie storie attraverso l’uso di uno specifico stile personale e altri che, ostentando a priori una propria cifra stilistica
“Capri Revolution” di Mario Martone
di Aldo Viganò.
Spiritualismo e materialismo. Poesia e scienza. Pacifismo e guerra come igiene del mondo. Dopo il risorgimentale “Noi credevamo” e il leopardiano “Il giovane favoloso”, il regista Mario Martone prosegue la sua riflessione sulla nascita della modernità
“La donna elettrica” di Benedikt Erlingsson
di Aldo Viganò.
Arriva dal paese del freddo, caratterizzato però da una grande quantità di sorgenti termali riscaldate dai gayser, questo curioso film che ha come protagoniste due eccentriche sorelle gemelle (entrambe interpretate dalla brava Halldóra Geirhardosdóttir): una che insegna canto e pratica l’ecoterrorismo
“Santiago, Italia” di Nanni Moretti
di Aldo Viganò.
Abbandonato – sembra ormai definitivamente (come già anticipavano i precedenti “Habemus Papa” e “Mia madre”) – l’uso della prima persona singolare cara ai suoi primi film con il personaggio di Michele Apicella
“Tre volti” di Jafar Panahi
di Aldo Viganò.
Condannato nel 2010 a sei anni di prigione, con il divieto di lasciare il paese e di non dirigere più film per due decenni, l’iraniano Jafar Panahi continua comunque ad autoprodursi dei film che, grazie al conquistato credito internazionale, riesce a far circolare nel mercato internazionale, usando la vetrina dei maggiori festival europei
“Widows – Eredità criminale” di Steve McQueen
di Aldo Viganò.
Nella città di Chicago – dove la carica di sindaco è contesa tra il rampollo di una potente famiglia di origine irlandese (Colin Farrell), che tratta segretamente con un noto criminale
“In guerra” di Stéphane Brizé
di Aldo Viganò.
Abbandonata la tentazione letteraria evidenziata in Una vita, tratto dal romanzo di Guy de Maupassant, il francese Stéphane Brizé torna a raccontare la classe operaia con il volto di Vincent Lindon. Ma, a differenza di quanto accadeva nel precedente “La legge del mercato”
“Notti magiche” di Paolo Virzì
di Aldo Viganò.
Tre luglio 1990. Nella sera in cui, a Napoli, un rigore di Maradona pone fine al sogno degli italiani, raccolti intorno alla tv, di vincere per la quarta volta il campionato mondiale di calcio, la lussuosa automobile di un noto produttore romano (Giancarlo Giannini) precipita nel Tevere.