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SPAZIO CRITICO
IN COLLABORAZIONE COL GRUPPO LIGURE CRITICI CINEMATOGRAFICI
"Take Shelter", di Jeff Nichols
I LaForche sembrano una normalissima famiglia della provincia americana (siamo in Ohio) impegnata come milioni di altre a inventarsi una vita accettabile nel pieno dell'imperversare della crisi economica che sta attanagliando il mondo.
(di Furio Fossati)
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Sezione: Numero 98
“Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno” di Christopher Nolan sarà una conferma dei limiti del suo cinema?
Christopher Nolan è esattamente il tipo di regista che a un certo tipo di critica mancava, diciamo l’altro versante del misticismo settario di cui beneficia Nicholas Winding Refn: il feticcio dell’autore con la maiuscola ben calato nei meandri dell’industria. Il regista in grado di sfornare esattamente il tipo di cinema desiderato dai multiplex che nel farlo, però, si ammanta dell’aura della cultura, ossia di una presunta differenza (cosa che a Michael Bay
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Numero 98
SOMMARIO
Clicca sul titolo dell’articolo per leggerlo.
Cannes, il ritorno dell’enfant prodige (di Oreste De Fornari)
Giallo in Anatolia (di Bruno Fornara)
Pulp Friedkin – Intervista a William Friedkin (di Roberto Pisoni)
Christopher Nolan o dei vuoti di memoria del cinema (di Giona A. Nazzaro)
Doppio Burton, molto dark
Nicolo’ Ferrari – Quando un cinema diverso è possibile (di Renato Venturelli)
Cinema e architettura percorsi critici a confronto
Invisibili in sala (di Giancarlo Giraud)
Film DOC Ragazzi – Lorax – Il guardiano della foresta (di Maria Francesca Genovese)
Occhio ai Film DOC 98
Produzione d’autore – Intervista a Luis Minarro (di Emanuele Varone)
Bollywood si anima – XVI edizione di Cartoons on the Bay (di Maria Francesca Genovese)
Il Pepe dell’animazione – Intervista ad Alessandro Pepe (di Francesca Felletti)
Recensioni DOC – La leggerezza dell’ovvio – To Rome with Love (di Aldo Viganò)
Recensioni DOC – Cesare deve morire – Shakespeare a Rebibbia (di Aldo Viganò)
Recensioni DOC – Il ritorno alle origini – Il primo uomo (di Aldo Viganò)
Rubrica “Fight Club” – La politica della messinscena (di Giona A. Nazzaro)
Lars von Trier (di Aldo Viganò)
Percorsi sonori – La memoria del cuore (di Barbara Zorzoli)
Percorsi sonori – Viaggio nell’Isola Misteriosa (di Barbara Zorzoli)
Percorsi sonori – War Horse (di Barbara Zorzoli)
Rubrica “Quando il cinema sposa la cucina” – Rinascere con le spezie (di Antonella Pina)
La posta di D.O.C. Holliday (98)
La posta di D.O.C. Holliday (98) – Parte II
Rubrica “Forza Italia” – E’ la flessibilità, baby! (di Giovanni Robbiano)
Libri e riviste – Libri e riviste 98
Festival Nuovo Cinema Europa (di Massimo Lechi)
Perle noir (di Renato Venturelli)
La Kryptonite sullo schermo – Intervista a Ivan Cotroneo (di Antonella Pina)
Agave a Scialla!
Workshop di Stefano Savona a Monterosso
Defrag: cinema, cibo e viaggi
Cesare deve morire – Shakespeare a Rebibbia
Nel trasferire lo svolgimento del scespiriano Giulio Cesare dal foro romano (o, se si preferisce, dal palcoscenico elisabettiano) al carcere di Rebibbia, i fratelli Taviani ( e con loro il regista teatrale Fabio Cavalli sul cui lavoro si sono appoggiati) trasformano una storica tragedia della lotta per il potere in un regolamento di conti tra bande criminali; e, così facendo, riescono compiutamente a esprimere il loro fondamentale pessimismo
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Cinema e architettura percorsi critici a confronto
MERCOLEDI’ 9 MAGGIO, ore 16.00
Gli architetti rivelano spesso l’istinto insopprimibile ad esprimere la propria opinione su qualsiasi campo dello scibile umano, dai cambiamenti climatici alle sfilate di moda; il cinema figura certamente nella lista degli argomenti più trattati. Qualche volta però il rapporto si inverte ed è il cinema stesso a “parlare di architettura”. Gli edifici abbandonano il compito di scena fissa e diventano main characters, gli architetti assolvono al ruolo di protagonisti – spesso oggetto di sadiche quanto realistiche parodie – e le pellicole si fanno strumento di comunicazione di critiche o teorie architettoniche.
(Antonio Lavarello)
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Cannes, il ritorno dell’enfant prodige
Chissà se riusciranno a incrociarsi sulla Croisette, Bernardo Bertolucci e Jean-Louis Trintignant, di ritorno a Cannes dopo una lunga assenza dagli schermi, il primo con Io e te, un kammerspiel dal romanzo di Ammaniti, il secondo con Amour del cupo e crudo Haneke. Non si può sapere quale lingua useranno per comunicare : Jean Louis parla bene l’italiano e Bernardo, grande snob, dichiarò che quando l’argomento è il cinema gli viene spontaneo
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Giallo in Anatolia
Il troppo grande altopiano turco che si chiama Anatolia, distese piatte, colline dietro colline, avvallamenti su avvallamenti, strade sterrate che seguono le tortuose forme del terreno, posti dove non si incontra nessuno, piccoli paesi tutti uguali. Un deserto dove perdersi. Cercarvi un cadavere è peggio che cercare l’ago nel pagliaio. È notte. Due macchine, una camionetta, un medico, un magistrato, dei poliziotti, due arrestati.
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Pulp Friedkin – Intervista a William Friedkin
Sei anni dopo lo splendido Bug, che aveva finalmente riacceso l’interesse dei cinefili nei suoi confronti, William Friedkin ritrova in Killer Joe il drammaturgo Tracy Letts e licenzia un formidabile “white trash noir” ispirato a Jim Thompson, un apologo violento e grottesco sulla stupidità del male o, prima ancora, sull’irredimibile idiozia della natura umana. Se Bug esperiva la follia paranoica confinandola nello spazio ridotto di una stanza d’hotel
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Doppio Burton, molto dark
In principio fu Dan Curtis, il re dell’horror televisivo americano tra gli anni ’60 e ’70, l’autore ricordato anche dai cinefili per film come Ballata macabra o La casa dei vampiri. Nel 1966, Curtis s’inventò una serie tv che s’intitolava Dark Shadows e parlava di personaggi enigmatici, dal passato misterioso, invischiati in vicende sempre spiazzanti e sorprendenti. Nelle prime puntate, la serie – in bianco e nero – non ottenne molto successo.
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