Libri e riviste – Numero 98

roberto faenzaRoberto Faenza
di Ignazio Senatore (Falsopiano, Alessandria 2011, pp.367, 22 euro)
Il corposo volume che lo psichiatra Ignazio Senatore dedica al regista di Sostiene Pereira si apre su una lunga e dettagliata intervista al regista. Tra l’altre altre cose, Faenza vi rievoca le varie vicissitudini di Forza Italia! (tolto dalla circolazione la sera del rapimento Moro e rivisto solo quindici anni dopo), sostiene di aver perso i capelli a causa del rapporto con Harvey Keitel durante le riprese di Copkiller, ricorda il suo “esilio” quasi ventennale dal cinema italiano (tra il 1978 e il 1997 ha diretto solo film “stranieri”), afferma di aver pensato inizialmente a Philippe Noiret per il ruolo di Pereira, mentre fu Tabucchi a suggerirgli Mastroianni e Cecchi Gori avrebbe voluto Abatantuono. E si esprime in termini molto pessimisti sullo stato delle sceneggiature in Italia: «Nei dialoghi siamo davvero mal messi. Come pure nell’impianto delle storie». Curiosità: i suoi film preferiti sono Jona che visse nella balena e Prendimi l’anima. Seguono schedature dei singoli film con ampia antologia critica e un Diario americano scritto dallo stesso Faenza.

alida valliAlida Valli – Gli occhi, il grido
di Nicola Falcinella (Le Mani, Recco 2011, pp.160, 15 euro)
«Una donna diretta e coraggiosa, che è stata diva senza fare la diva», la definisce Nicola Falcinelli. Nata a Pola nel 1921, Alida Altenburger von Markenstein Freuenberg non è soltanto una delle più grandi attrici italiane del ‘900, ma anche una delle più longeve artisticamente (settant’anni di carriera) e dalla vita più intensa: quando giunse al culmine della carriera con Senso (1954), aveva appena 33 anni, ma era già stata una diva del periodo fascista, era passata attraverso le vicissitudini belliche, era stata a Hollywood, aveva lavorato con Hitchcock e Selznick, era tornata in Italia… Il volume ripercorre l’intrecciarsi della carriera pubblica e della vita privata, comprendendo anche i capitoli più ostici: le chiacchiere su Mussolini, le conseguenze economiche della sua fuga da Hollywood, le esperienze di Il caso Paradine e Il terzo uomo, i trionfi di Senso e Il grido ma anche l’umiliazione del coinvolgimento nel caso Montesi. Con un’attenzione ampia anche
per l’ultima parte della sua vita, solitamente più trascurata. E con appendice sulle interpretazioni cinematografiche, teatrali e televisive, oltre che con una dettagliata bibliografia.

roma si giraRoma, si gira!
di Mauro D’Avino e Lorenzo Rumori (Gremese, Roma 2012, pp. 192, 16.90 euro)
Per tutti i maniaci delle location, i fan che amano andare a scovare gli scenari autentici dei film più amati, ecco un libro di minuziosa precisione sui set romani più famosi del cinema. I film presi in esame sono quelli degli anni ’40, ’50 e ’60, e il testo è organizzato per zone e quartieri, partendo da inquadrature di film famosi per accostarvi la fotografia del luogo così come lo si può vedere oggi. Uno degli autori è del resto il fondatore del sito www.davinotti.it, da anni scatenato investigatore delle location cinematografiche di ieri confrontate con le foto di oggi. Si va da Trastevere a Testaccio, dal Largo di Torre Argentina di Vacanze romane al Foro Italico del Sorpasso. E nelle sequenze di periferia, una mappa ci indica dove e come sono stati costruiti gli attuali edifici rispetto alle inquadrature d’epoca. Con appendici cult: lo stadio Nazionale, poi Torino, poi Flaminio; Rebibbia e Regina Coeli; il mitico negozio di tessuti di I tartassati, la casa del colpo di I soliti ignoti, la trattoria da cui evade Totò in Guardie e ladri… C’è pure il portone davanti al quale viene uccisa Anna Magnani in Roma città aperta: oggi, con i cassonetti dell’immondizia e le auto in doppia fila, anche per i tedeschi sarebbe molto più dura. Prefazione di Enrico Vanzina.

Francesca ComenciniFrancesca Comencini. La poesia del reale
di Ilaria Gatti (Le Mani, Recco 2011, pp.213, 15 euro)
Monografia sulla regista di Pianoforte (1984), Carlo Giuliani ragazzo (2002), Mi piace lavorare -Mobbing (2006), Lo spazio bianco (2009), a partire dalla sua collocazione culturale tra l’Italia e la Francia, oltre che dall’intrecciarsi di documentario e finzione nella sua produzione. Vengono affrontati i rapporti col padre Luigi Comencini, con Elsa Morante, col neorealismo e Roberto Rossellini. Il volume comprende una lunga conversazione con la regista («Non sono una regista visionaria: per me gli spazi e gli ambienti devono essere rigorosamente corrispondenti a degli spazi interiori») e una schedatura film per film, seguita da interviste all’attrice Margherita Buy, al direttore della fotografia Luca Bigazzi, alla scenografa Paola Comencini. In appendice, la lettera che Francesca Comencini scrisse a “la Repubblica” rievocando l’esperienza di emigrati italiani in Francia della sua famiglia.

Cinema Italiano Novanta
di Alberto Pesce (Liberedizioni, Brescia 2011, pp.259, 24 euro)
Prosegue la serie di volumi che Alberto Pesce, dal 1960 critico cinematografico del “Giornale di Brescia”, va dedicando al cinema italiano attraverso i decenni. In questo caso, sono di scena gli anni Novanta, in cui «come uscendo alla luce fuori dal buio di un tunnel, si ha l’impressione che il cinema italiano respiri aria nuova, riesca a riossigenarsi, lasciando alle spalle il decennio anemico e triste degli anni Ottanta». Un decennio che si apre con grandi maestri ancora in attività (La voce della luna di Fellini), e continua con l’affermarsi di nuovi autori come Gabriele Salvatores, Marco Risi, Silvio Soldini, Alessandro D’Alatri o col successo clamoroso del Ciclone di Pieraccioni. Ma anche il decennio della legge Mammì (1990), della chiusura delle sale di periferia e di seconda visione, dell’inizio dell’era dei multiplex. Anno per anno, dal 1990 al 1999, vengono schedati oltre duecento film, in media una ventina per stagione, fornendo un quadro ampio e dettagliato in cui l’informazione del cronista si fonde con l’attenzione del critico.

Cari maestriCari maestri
di Dario Viganò (Cittadella, Assisi 2011, pp.303, 17 euro)
Sacerdote, direttore della Rivista del Cinematografo e presedente dell’Ente dello Spettacolo, don Dario Viganò affronta in questo libro quella che viene definita «emergenza educativa», analizzando il modo in cui il cinema e in alcuni casi la televisione hanno rappresentato in questi anni la scuola, la famiglia, il territorio con le sue varie occasioni di aggregazione. Lo scopo è quello di «fornire uno strumento agile e funzionale a coloro che sono interessati ad approfondire la questione educativa (…) agli studiosi che operano nel mondo della comunicazione, dagli animatori della comunicazione sino ai docenti dei vari livelli scolastici, ma anche agli operatori pastorali, a coloro che animano le sale della Comunità, i cineforum». In appendice, interviste a Gianni Amelio («Io credo nella famiglia ma forse la chiamo in un altro modo: il familismo può essere un danno miserabile se ci spinge a chiuderci in casa nostra»), Susanne Bier, Riccardo Milani, Giovanni Veronesi.

javier bardemJavier Bardem
di Davide Mazzocco (Falsopiano, Alessandria 2011, pp.197, 19 euro)
Javier Bardem raccontato non solo come il più importante attore spagnolo degli ultimi anni, ma dell’intera scena internazionale: «Quello che De Niro è stato per la generazione degli anni Settanta e Ottanta, Bardem lo è stato per gli anni Zero», dice l’autore, sottolineando «la puntualità con la quale si assume il rischio di ruoli estremi senza ricorrere all’ipergestualità o a qualsiasi tipo di scorciatoia atta ad accattivarsi i favori del pubblico». Il volume analizza la sua carriera, scandita da successi come Prosciutto prosciutto (1992), Carne tremula (1997), Mare dentro (2004), Non è un paese per vecchi (2007), ricordando anche i vari personaggi della famiglia Bardem: dal nonno materno Rafael (attivissimo caratterista) a sua moglie Matilde Munoz Sampedro (attrice, come le sorelle), dallo zio Juan Antonio (il più celebre di tutti) a sua sorella Pilar Bardem, madre appunto di Javier – il quale, non a caso, ha scelto il cognome della famiglia materna anziché quello del padre.

cinema e generiCinema & Generi 2012
a cura di Renato Venturelli (Le Mani, Recco 2012, pp. 146, 13 euro)
Dal 2005, la pubblicazione Cinema & Generi riflette ogni anno sull’evoluzione del cinema di genere nelle cinematografie di tutto il mondo, aggiornando su tendenze e filoni, autori ed eventi con saggi di specialisti affermati. Quest’ottavo volume si apre su un’ampia intervista di Roberto Pisoni a J.J.Abrams, il regista di Super 8, che parla del suo rapporto con la fantascienza e con Spielberg, con gli effetti speciali e la televisione (è l’autore di Lost). Seguono saggi di Sergio Arecco su Ben Affleck e il noir, di Aldo Viganò sul western dell’ultimo decennio, e poi sui film americani inediti in Italia (Simone Emiliani), sul cinema liberal (Spiniello), la grande ondata di film apocalittici (Fontana), John Landis e l’horror (Lasagna), Todd Phillips e la commedia (Sozzo). Per quanto riguarda le ultime tendenze del cinema orientale, Stefano Locati aggiorna sulla fantascienza giapponese e il wuxia cinese nell’anno del Detective Dee di Tsui Hark. Per le serie tv, Giona A.Nazzaro analizza True Blood. Per la storia dei generi, un ampio saggio di Anton Giulio Mancino sui film di Elvis Presley e una rievocazione di Sidney Lumet, scomparso nel 2011. Con una sezione di cronache su festival, dvd, autori e film della stagione.

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