Perle noir

perle noirPiccoli e grandi noir, oscuri B-movie dimenticati, polizieschi che non passano mai in televisione…La mitica stagione del noir classico continua a rivelare centinaia di tesori nascosti per chiunque sappia guardare dentro alla sterminata produzione degli anni ’40 e ’50, andando al di là degli autori più celebrati. L’estate scorsa, la Cinémathèque parigina ha dato il via ai recuperi realizzando una grande rassegna estiva chiamata “Perles noires”: un titolo immediatamente ripreso dalla rivista catalana Dirigido por con una serie di “speciali” sui noir noti soltanto entro una cerchia ristretta degli specialisti, ma meritevoli di essere portati all’attenzione generale.

Adesso, tra giugno e luglio, anche il cinema America di Genova e la Cineteca D.W.Griffith si gettano nella mischia e propongono una serie di “perle noir” da riscoprire, tutte rigorosamente in pellicola, scelte tra quelle che è ben difficile vedere altrove. In testa mettiamo subito due titoli cult. Il primo è Tragedia a Santa Monica (1948) del grande misconosciuto Andre De Toth, regista di origine ungherese che in Francia è celebrato da anni ma in Italia continua ad essere bellamente ignorato. Dick Powell vi interpreta un tranquillo agente delle assicurazioni che si lascia tentare da una bionda intraprendente (Lizabeth Scott), iniziando una relazione che lo mette nei guai. E come tutti i film di genere americani, anche Tragedia a Santa Monica è un’opera stratificata che si può leggere a tanti livelli: è un film criminale, ma è anche un film sulla famiglia, sull’America profonda, sulla banalità del Sogno Americano, con tanto di finale aperto su un senso di amarezza e di sconfitta….Essere sempre qualcos’altro, o tante altre cose insieme, è del resto la caratteristica fondamentale del cinema di genere classico: tutti i migliori polizieschi, western, commedie e via elencando vanno sempre al di là di quelli che la critica più frettolosa definisce “i confini del genere”.

L’altro titolo da recuperare è I fratelli Rico (1957) con Richard Conte, trasposizione di un romanzo di Simenon firmata Phil Karlson. La vicenda riguarda un imprenditore che di colpo si trova risucchiato in quell’universo criminale di cui aveva fatto parte in passato, ma che credeva di essersi lasciato definitivamente alle spalle. Un film controverso, realizzato senza quell’aggressività visiva che Karlson aveva esibito nei suoi film più famosi degli anni ’50: esaltato da critici americani come Andrew Sarris o Jack Shadoian, stroncato dai francesi per il “tradimento” di Simenon, è però soprattutto un film che in Italia non si vede in sala da decenni!

Per tutti i fan di William Castle, il futuro Hitchcock dei poveri e re dei gimnick, il produttore di La signora di Shanghai e di Rosemary’s Baby, c’è invece un’accoppiata di piccoli noir realizzati quando era appena passato dalla Columbia alla Universal-International. Chicago, bolgia infernale (1949) è una sorta di thriller hitchcockiano, in cui un ex-giocatore d’azzardo torna nella sua Chicago per sposarsi, ma viene prontamente incastrato da una falsa accusa di omicidio. I misteri di Hollywood (1951) riguarda invece un produttore deciso a realizzare un film sull’omicidio irrisolto di un grande regista del muto, ritrovandosi così nei guai: un’opera che anticipa la futura vocazione metacinematografica di Castle, e che non a caso era uno dei suoi film prediletti.

Infine, due autentici B-movie anni ’50, di quelli che quasi nessuno ha visto e di cui quasi nessuno parla. Furia omicida di Franklin Adren (1956, Republic) ha per protagonista un uomo che viene ricattato e costretto ad unirsi a una banda di rapinatori; Cittadino dannato di Robert Gordon (1958, Universal) rievoca invece la storia -vera! – di un colonnello dell’esercito mandato a fare il sovrintendente di polizia in Louisiana per riportare l’ordine con i suoi metodi militari. Ma nell’ambito delle “perle nere” possiamo far rientrare anche un capolavoro riconosciuto del cinema a basso costo, riproposto nella rassegna all’America: L’invasione degli ultracorpi (1958) di Don Siegel, dove una tranquilla cittadina della provincia Usa viene a poco a poco invasa da alieni che si installano nel corpo dei suoi abitanti. E’ un grande classico della fantascienza, ma che testimonia anche come le angosce noir dell’America anni ’50 si stessero in quel periodo trasferendo nel genere fantascientifico alla moda. Insieme a Radiazione BX distruzione uomo, è uno dei capolavori assoluti della fantascienza noir: assolutamente da rivedere al cinema.

(di Renato Venturelli)

Postato in Numero 98, Varie.

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