La posta di D.O.C. Holliday (95)

Gentile Dr. Fava,
mi permetto disturbarla per poter beneficiare, ove Lei sia consenziente, della Sua vasta cultura cinematografica.
Io sono un vecchio appassionato di cinema, e negli anni ho accumulato nei ricordi centinaia di pellicole Ora, passata la soglia dei 70, mi capita di perdere i riferimenti di scene e sequenze di film, ancorchè vecchi….

Il mio attuale cruccio riguarda una piccola sequenza di un film americano.
In realtà ero convinto che facesse parte de “Il cacciatore” di M.Cimino, ma rivedendolo recentemente sono andato in crisi: quella scena non c’è!!!
Da qui la mia ricerca del titolo del giusto film a cui si riferisce, che finora, fra amici e conoscenti, è risultata vana!
Le descrivo la sequenza:
Un gruppo di amici (4 o 5) esce dal lavoro (o da un pub) e si infila in una auto americana con capote. Il tempo atmosferico è pessimo: neve e gelo dappertutto.
Tuttavia il conducente della vettura, sembra il più buontempone di tutti, apre inopinatamente la capote esponendo gli amici al gelo esterno. Naturalmente fra le energiche proteste dei medesimi!!!
Qui finisce il ricordo.
Le sarei oltremodo grato se potesse darmi lumi…….
La saluto cordialmente
Alberto De Santis

Caro De Santis,
mi arrendo. Ammesso e non concesso che io sia titolare di una vasta cultura cinematografica (lo dice lei) non son proprio riuscito a capire di che film possa trattarsi. Ho girato la sua e- mail a Renato Venturelli che, per doveri professionali e per maggiore baldanza di età, vede molti più film di quanti non ne veda io, ed anche lui si è arreso immediatamente. In sostanza il vero, o supposto, frammento di film a cui lei fa riferimento è al tempo stesso minimo e fugace: neve e gelo, auto americana con capote, quattro o cinque amici che si infilano all’auto, il conducente buontempone che apre la capote fra le proteste degli altri…Il suo desiderio di identificare il film è moralmente comprensibile ma tecnicamente arduo e forse impossibile a soddisfarsi. Non riesce a farsi venire in mente qualche piccolo particolare collaterale? Non so, ad esempio da che tipo di casa escono gli amici: se è in pub ci sono insegne luminose? Se è una casa, è piccola e monofamiliare, come lo sono spesso i “villini” in cui risiedono milioni di americani, quali sono le sue caratteristiche? Un giardino grande o piccolo? Giocattoli infantili abbandonati nell’erba, appunto come si vedono spesso nei film d’oltre oceano? (è vero che per abbandonare i giocattoli sotto la neve ci vuole una famiglia particolarmente disordinata, il che potrebbe essere un indizio narrativo). Se lei non riesce a fornire dati più circostanziati, credo che dovremmo arrenderci. Francamente, al di là della piacevole follia contenuta nella sua domanda, l’unica mia speranza consiste adesso proprio nella pubblicazione su “Film Doc”.
Spero che qualche lettore dotato di memoria ferrea possa venirci in soccorso e che altrettanto possano fare i colleghi del gruppo critici di Genova e, più largamente, i frequentatore della mensile “Stanza del cinema”, che io normalmente dirigo a Palazzo Ducale ed a cui girerò la sua, mi conceda, bizzarra e simpatica richiesta. Si tratta di un nucleo, consolidato ormai da una decina di anni, fra cui sono numerosi i frequentatori abbastanza regolari di cinematografi. C’è solo un problema, al tempo stesso favorevole o sfavorevole… Anche loro, molto spesso hanno passato, come lei, la soglia dei settant’anni (si figuri io!), per cui la loro memoria dovrebbe esercitarsi su un tempo e una programmazione molto ampi, con gli impliciti vantaggi e svantaggi, che la cosa implica.
La sua domanda fa nascere un interrogativo di fondo sull’esattezza, della memoria cinematografica. Credo che tutti noi abbiamo sperimentato, nel corso del tempo, la labile consistenza delle immagini di film che ci restano in mente. Ad esempio, a volte ne aboliamo letteralmente alcune fondamentali, altre volte invece ne inventiamo altre della cui esistenza siamo persuasi e che invece non sono mai state girate.
A presto…

(di Claudio G. Fava)

Postato in Numero 95, Posta di Claudio G. Fava.

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