di Giulio D’Amicone.
Ambientato in Arizona ma girato nel deserto californiano del Mojave, “3 Godfathers” è dedicato a Harry Carey, il cui figlio junior fa parte del cast accanto a John Wayne e Pedro Armendariz. Carey senior era stato coprotagonista sia di un precedente “Three godfathers” girato nel 1916 non da Ford ma da Edward Lesaint, sia tre anni dopo di “Marked men” dalla medesima trama… Ma non addentriamoci ulteriormente in queste aride notazioni filologiche. Diciamo piuttosto che rivedere un western di Ford equivale a cenare in un ristorante parigino dopo aver pranzato alla mensa aziendale; anche se manca in questa splendida pellicola quel tanto di cattiveria che contribuiva a insaporire Sentieri selvaggi, Cavalcarono insieme o Liberty Valance. I tre coprotagonisti sono presentati come persone profondamente buone, tanto che la rapina compiuta all’inizio non è neppure mostrata (tutto avviene fuori campo e senza vittime); mentre sul versante opposto, lo sceriffo Sweet (Ward Bond in una delle sue migliori interpretazioni) è presentato come un finto bonaccione, in realtà prepotente e talvolta anche brutale.
Questa presa di posizione può essere vista come una stranezza ma anche come uno dei motivi di fascino del film. Peraltro “Three godfathers” sotto taluni aspetti appare invecchiato: non sempre il regista mantiene il senso della misura, tant’è vero che la retorica ogni tanto fa capolino (soprattutto nella scena in cui Wayne, rimasto solo col neonato, immagina di essere seguito dalle ombre dei compari defunti). Inoltre la colonna sonora di Richard Hageman è sovrabbondante. Nondimeno questa versione della parabola dei Re Magi conserva il fascino dei larghi spazi e dei cieli azzurri tipici di quasi tutti i film di Ford, e non manca di offrirci alcuni gustosi “cameo” degli abituali caratteristi (Hank Worden, Ben Johnson…). Come sempre hanno rilievo i personaggi femminili: oltre a Mildred Natwick nei panni della partoriente, segnaliamo una splendida seppur breve performance di Dorothy Ford nella parte della figlia del bancario locale. Crediamo che il cinema del nostro regista continuerà ad essere apprezzato anche per questi piccoli gioielli.