“Macbeth” di Joel Coen

di Aldo Viganò.

Nonostante la pessima e superstiziosa reputazione che l’accompagna soprattutto nel mondo anglosassone, la messa in scena cinematografica del Macbeth continua ad arricchirsi di nuovi titoli anche firmati da registi molto prestigiosi. Ed ecco che, dopo quelli diretti (tra tanti altri) da OrsonWelles (1948), da Akira Kurosawa (1957) e da Roman Polanski (1971), tocca ora a Joel Coen e a sua moglie Frances McDormand produrre insieme (uno come regista e l’altra come coprotagonista, al fianco di Denzel Washington) un nuovo film che è forse il migliore adattamento per lo schermo della tragedia dedicata da William Shakespeare all’ascesa al potere e alla conseguente caduta degli ambiziosi coniugi scozzesi.

Filmato in bianco & nero e realizzato in 4:3 (che in questi ultimi anni sono diventati il “colore” e il “formato” delle opere con dichiarate ambizioni culturali), The Tragedy of Macbeth (indispensabile vederlo in lingua originale) rimane essenzialmente fedele alla parola scespiriana, ma – nonostante il netto prevalere delle sue lunghe immagini fisse – non restituisce mai sullo schermo neppure l’apparenza del teatro filmato. Guardandolo con mente sgombra, il primo film firmato da Joel senza la collaborazione del fratello Ethan, s’impone infatti come puro cinema: cioè, come un’opera che sintetizza in sé tutti i contributi individuali della professionalità collettiva di coloro che sotto la guida di Coen vi hanno lavorato.

Innanzitutto, vi è il racconto magistralmente organizzato da Shakespeare e adattato con inventiva fedeltà dal più giovane dei Coen. Poi, ci sono ovviamente i contributi degli interpreti tutti che danno ritmo, unità e coerenza a quelle parole, facendole vivere in modo autonomo nello spazio (la scenografia firmata da Stefan Dechant e splendidamente illuminata dalla fotografia di Bruno Delbonnel, oltre che i costumi d’epoca realizzati da Mary Zophres) e nel tempo (responsabilmente scandito dalla musica di Carter Burwell e del montaggio del duo composto da Lucian Johnstone e Reginald Jaynes). Tutti elementi questi che ben coordinati dalla regia vengono a comporre un’opera assolutamente originale che, con i suoi pochi ed essenziali movimenti di macchina, sicuramente sarebbe piaciuta anche ad André Bazin, il quale in un suo celebre saggio dedicato a “Teatro e cinema” tracciò le autonome coordinate delle due forme d’Arte, individuandole soprattutto nella perfetta unità stilistica dei due pur mai sovrapponibili linguaggi.

Il Teatro e il Cinema, appunto: linguaggi che in questo Macbeth svolgono un ruolo assolutamente autonomo e significante, già nella differente presenza fisica degli interpreti, la cui origine etnica concorre subito a evidenziare, sia 1’universalità del racconto (attori “neri” e “bianchi” vi si mescolano senza bisogno di ulteriori spiegazioni), sia l’individualità dei personaggi, progressivamente fiaccati dal manifestarsi del loro Destino e dalle conseguenze del crescere dei loro sensi di colpa.

Calati nel ruolo dei co-protagonisti, Denzel Washington e Frances McDormand sono bravissimi a dare corpo e anima ai loro personaggi, ma, come dicevo, nel film quello che conta è soprattutto il risultato collettivo che – per dirla con Bazin – “al cinema non si fonda, come a teatro, sulle convenzioni tacitamente ammesse dal pubblico, ma al contrario sul realismo imprescindibile di quello che gli viene mostrato”, garantendo forza, autonomia e indipendenza creativa alle immagini che scorrono sullo schermo: sempre nuove, anche quando raccontano una storia che all’inizio della visione, sembrava di conoscere già perfettamente. Sia nelle sue profezie (qui le streghe sono unificate nella inquietante recitazione di Kathryn Hunter), sia nei tragici risvolti narrativi di un “plot” gestito con tale stilizzata originalità che sembra di assistervi per la prima volta.

 

 

MACBETH

(The Tragedy of Macbeth – USA, 2021) regia e sceneggiatura: Joel Coen – soggetto: dalla tragedia di William Shakespeare – fotografia (B&N): Bruno Delbonnel – musica: Carter Burwell – scenografia: Stefan Dechant – costumi: Mary Zophres – montaggio: Lucian Johnston e Reginald Jaynes. interpreti e personaggi: Denzel Washington (Lord Macbeth), Frances McDormand (Lady Macbeth), Corey Hawkins (Macduff), Brendan Gleeson (Re Duncan), Harry Melling (Malcolm), Brian Thompson (assassino), Ralph Ineson (capitano), Sean Patrick Thomas (Monteith), Miles Anderson (Lennox), Kathryn Hunter (le streghe), Bertie Carvel (Banquo). Distribuzione:  Apple TV – durata Un’ora e 45 minuti

 

 

 

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