Cinema Ritrovato 2018 – Oltre lo specchio della vita: i film di John M. Stahl

di Antonella Pina

John Stahl, nato a New York nel 1886, ha girato oltre quaranta film e c’è chi ritiene che alcuni tra questi siano capolavori. Duglas Sirk ne ha tratto ispirazione e due remake. Nonostante ciò, Stahl è un autore poco ricordato anche tra gli addetti ai lavori e oggi pressoché sconosciuto al grande pubblico. La XXXII edizione del Cinema Ritrovato ha cercato di rimediare a questa lacuna dedicandogli una rassegna, Oltre lo specchio della vita: i film di John M. Stahl. I film presentati sono stati sette, un muto del ’19, The Woman under Oath (Il verdetto), e sei sonori che coprono un arco di tempo compreso tra il ’31 e il ‘45: Seed (Il richiamo dei figli) del ’31; Imitation of Live (Lo specchio della vita)del ’34; When Tomorrow Comes (Vigilia d’amore) del ’39; Immortal Sergeant (Sergente immortale) e  Holy Matrimony (Una moglie in più) entrambi del ’43 e Leave Her to Heaven (Femmina folle) del ’45. Atri film di Stahl del periodo muto – ne ha diretti circa venti – verranno proiettati in ottobre a Pordenone durante Le Giornate del Cinema Muto.

I film visti, per quanto non siano stati molti, hanno dato un’idea precisa dello stile di Stahl e della sua straordinaria capacità di raccontare le emozioni. Probabilmente era un uomo gentile e disposto ad ascoltare, incapace di mettere qualcuno alla berlina, neppure noi italiani. Nel film sulla Seconda guerra mondiale, Immortal Sergeant,  un gruppo di soldati americani, tra cui Henry Fonda, sta combattendo nel deserto libico. Imbattendosi in un blindato nemico mal difeso, un blindato italiano, qualcuno dice: “Sono stupidi: sono proprio italiani”, ma quando il blindato viene messo fuori uso, ai soldati uccisi si rende l’onore delle armi: “Però hanno combattuto fino alla fine”. Ciò che da questa rassegna è emerso chiaramente è la sua simpatia per le donne. I personaggi femminili di Stahl incarnano l’ideale di una donna nuova: indipendente, non  necessariamente moglie e madre, brillante, progressista, generosa. Sono donne proiettate nel futuro, anche se dovranno attendere ancora molti anni prima di poter esistere nella concretezza della vita.

In The Woman under Oath (Il verdetto) la protagonista, la scrittrice Grace Norton (Florence Reed), viene scelta dal tribunale come elemento femminile della giuria: “Una donna è caratterialmente idonea a far parte della giuria in un processo per omicidio”, si legge in una didascalia del film. Siamo nel ’19 e si dovrà attendere il ’37 affinché questo diritto/dovere venga sancito dalla legge. Stahl racconta due modi diversi di essere donna. Grace ha una sorella più giovane , Edith (May McAvoy), sedotta e abbandonata da un ricco uomo d’affari senza scrupoli. Edith soccombe al dolore e al disonore lasciandosi morire, Grace reagisce con aggressività e uccide il mascalzone senza lasciare prove dietro di sé. Confesserà comunque la sua colpa per evitare che un giovane innocente venga accusato del delitto ma, per le circostanze particolari in cui viene a trovarsi, nessuno la condannerà per l’omicidio.

In Seed (Il richiamo dei figli), Stahl affronta la rivalità tra donne in modo completamente nuovo. Le rivali sono Mildred (Genevieve Tubin)  e  Peggy (Lois Wilson), entrambe innamorate di Bart (John Boles) ma da posizioni completamente diverse. Peggy è la moglie, e per dare più coesione alla famiglia, rendendone difficile lo scioglimento, ha pensato di mettere al mondo cinque figli. Burt è un semplice impiegato di un’ importante casa editrice ma avrebbe voluto fare lo scrittore. Nel fondo di qualche cassetto tiene il manoscritto che non potrà mai terminare. Adora, ricambiato, i suoi figli e la sua vita scorre tranquilla. La frustrazione per non aver potuto continuare a scrivere è tenuta sotto chiave in qualche antro profondo della mente.  Mildred dirige la filiale di Parigi della casa editrice per cui Burt lavora ed è in grado di intuire le grandi capacità creative dell’uomo, di cui è sempre stata, più o meno segretamente, innamorata. Mildred, sfruttando la sua influenza, decide di aiutare Burt a terminare il libro liberandolo dalla necessità del lavoro. Il romanzo diventa un grande successo editoriale. La maschera di serena felicità che Burt aveva indossato cade e rivela la sua vera aspirazione. L’esito è inevitabile: prendersi cura dei bambini e scrivere sono attività inconciliabili. Peggy e Mildred hanno combattuto la loro battaglia non con le consuete armi femminili della seduzione e dell’inganno ma con opposte idee sulla vita e sulla realizzazione di sé. Anche qui si affrontano due modi diversi di essere donna: Peggy è moglie e madre, rappresenta la famiglia e la tradizione; Mildred è la donna nuova, intelligente e generosa, capace di esistere al di fuori dei ruoli imposti dalla tradizione. Siamo nel ’31, dentro un film di Stahl, ed è Mildred a vincere mentre la famiglia perde. Stahl però, da vero gentiluomo, attenua la sconfitta di Peggy sottolineando, nel finale del film, durante un amichevole incontro tra le due donne, l’enorme importanza dei figli nella vita di Burt. Una storia complessa, completamente al di fuori degli schemi, con una visione della vita incredibilmente moderna.

In When Tomorrow Comes il personaggio femminile è Helen, Irene Dunne, un’affascinante e spiritosa cameriera che, insieme al sindacato, sta organizzando uno sciopero per migliorare le condizioni di vita della sua categoria. Lo slogan, sotto forma di canzoncina, è: “Solidarietà per sempre. Il sindacato ci rende forti”. Una mattina, ad uno dei tavoli del ristorante siede un signore distinto e un po’ strano, un francese, che ordina una colazione insolita. E’ Philip Chagal, il pianista più famoso del mondo – uno straordinario Charles Boyer – ma, naturalmente, all’interno della tavola calda nessuno lo riconosce. Le sue richieste vengono considerate stravaganti e le cameriere lo prendono per una spia: “Tutti gli stranieri sono spie, fino a prova contraria”. L’equivoco ha inizio. Le battute sagaci si sprecano. Anche lui è affascinante e spiritoso e possedendo una tessera sindacale partecipa allo sciopero: è un pianista disoccupato che suonava nei ristoranti di Wall Street. Wall Street è il capitalismo e allora Helen di fronte ad un bambino che, con una mano spinge il fratello alla guida di una macchinina di legno e con l’altra si tiene i pantaloni che sta perdendo, commenta: “Ecco un’immagine dei nostri tempi: il capitalismo al volante e l’operaio dietro che spinge e perde i pantaloni”. Lo sciopero funziona e le rivendicazioni sindacali vengono accettate. Poi il film abbandona le tematiche sociali. E’ evidente che, nonostante i differenti ruoli occupati nella società, Helen e Philip sono due anime affini, si innamorano perdutamente e When Tomorrow Comes diventa il più tradizionale dei melodrammi. Lui è sposato con una donna con importanti problemi psichici e quindi non può lasciarla. La buona notizia è che i due sopravvivono ad un uragano, raccontato da Stahl in modo molto realistico, essendosi ispirato al vero uragano che nel’38 flagellò New York; la brutta notizia è che quando i due si separano con lo sguardo pieno di promesse per il futuro, lui sta partendo per l’Europa, è francese, si chiama Chagal, ed è il 1939….

Postato in Festival.

I commenti sono chiusi.