“La legge della notte” di Ben Affleck

di Aldo Viganò.

Al suo esordio dietro la cinepresa con l’ottimo Gone Baby Gone (giudizio replicato tre anni dopo per The Town), qualcuno lo aveva definito con eccesso di generosità “il nuovo Clint Eastwood”, mescolando più o meno consapevolmente l’elogio (la predilezione per la classicità dei film di genere) con una sottintesa malignità (l’identificazione di una recitazione dichiaratamente sottotono con la parodia di una prova attoriale “con o senza il cappello”).

Con La legge della notte, girato dopo l’Oscar ottenuto con “la storia vera” di Argo, Ben Affleck torna ora – dieci anni dopo  Gone Baby Gone – a trarre ispirazione da un romanzo dell’amato Dennis Lehane (già autore dei racconti che stanno all’origine di Mystic River di Eastwood e di Shutter Island di Scorsese) e consegna al grande schermo un film “storico” complesso, ambientato nei ruggenti anni Venti, che parla di tante cose, forse troppe: di proibizionismo e di gangster, di fuorilegge e di poliziotti, d’amore e di tradimenti, di padri e figli, della presenza implacabile del passato e del sogno di un futuro diverso. Cioè, di temi che caratterizzano non solo i suoi film “noir”, ma anche l’essenza stessa dei romanzi di Lehane.

Il protagonista di La legge della notte è Joe Coughlin: figlio di un capitano della polizia, che, partito soldato per la Grande Guerra, fa ritorno come fuorilegge nella sua Boston, dove è in corso una spietata guerra per bande rivali tra irlandesi e italiani, per il controllo del traffico degli alcolici.

Su questo sfondo narrativo, al quale la regia di Affleck dedica particolare cura evocativa, il film porta ben presto in primo piano non solo l’universo maschile che fa capo a figure paterne (il padre naturale Brendan Gleeson e i boss con i quali s’interseca l’avventura criminale di Coughlin:  dal poliziotto colluso con il Ku Klux Klan Chris Cooper all’italiano Remo Girone); ma anche i rapporti del protagonista (un Ben Affleck quasi sempre col cappello) con tre donne molto diverse tra loro.

La prima ad entrare il scena è la bionda compagna infedele (Sienna Miller) del boss irlandese, la quale tradisce anche Coughlin prima di provare a sparire dalla circolazione.

Poi, interviene la figlia  (Elle Fanning) del capo della polizia di Tampa in Florida, dove Coughlin si è trasferito per volontà del boss italiano, venendo a contatto con la diafana ragazza che, partita dalla casa paterna per fare l’attrice a Hollywood, finisce in un giro pornografico, per fare poi ritorno in Florida come predicatrice contro il gioco d’azzardo, sul quale Coughlin ha puntato come alternativa e via d’uscita dal protezionismo.

E, infine, tocca alla bella cubana (Zoe Saldana), imparentata con un trafficante di rum, la quale finirà con l’essere travolta dalla spietata guerra per bande.

Tre storie d’amore e di tradimenti, che s’intrecciano sullo sfondo delle lotte per il potere negli anni Venti. Tre vicende al femminile che, più o meno consapevolmente, avviano La legge della notte verso una sanguinosa resa dei conti finali, alla quale Ben Affleck in veste di regista assegna un ruolo esplicitamente dolente, mentre come Joe Coughlin, con il borsalino in testa sopra il doppiopetto, fa sfoggio di una costante impassibilità, puntando le sue carte migliori sull’underplaying, che, se da una parte dona al film un interessante tono “hard boiled”, dall’altra, però, fa sì che la sua recitazione stenti a omogeneizzarsi con quella degli altri interpreti e con le sequenze d’azione e gli inseguimenti in macchina, oltre che con la meticolosa freddezza della ricostruzione storica.

Ci sono forse troppe cose che si ammassano sullo schermo nel corso delle abbondanti due ore in cui dura La legge della notte. Con la conseguenza che il film finisce col privarsi di un vero e proprio centro focale narrativo, senza però che, pur con questo difetto di fondo, giunto alla sua quarta prova di regista, Ben Affleck non sappia consegnare allo spettatore un’opera cinematografica che resta comunque tra le migliori che si sono potute vedere in questo scorcio di stagione caratterizzato sempre più da ambizioni contenutistiche che dal piacere di fare del cinema, così ben individuabile in ogni sua sequenza.

 

LA LEGGE DELLA NOTTE

(Live by Night, USA, 2016) Regia: Ben Affleck – Sceneggiatura: Ben Affleck, dal romanzo omonimo di Dennis Lehane – Fotografia: Robert Richardson – Musica: Harry Gregson-Williams – Scenografia: Jess Gonchor – Costumi: West – Jacqueline Montaggio: William Goldenberg.  Interpreti: Ben Affleck (Joe Coughlin), Elle Fanning (Loretta Figgis), Brendan Gleeson (Thomas Coughlin), Sienna Miller (Emma Gould), Zoe Saldana (Graciela Suarez), Chris Cooper (Irving Figgis), Remo Girone (Maso Pescatore). Distribuzione: Warner Bros. – Durata: 2 ore e 8 minuti

 

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