Ti offro da bere di Ilaria Gambarelli: spaesamento e formazione a Genova

ti offro da beredi Juri Saitta.
Tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 si sono tenute a Genova e a Londra le riprese di Ti offro da bere, il lungometraggio d’esordio di Ilaria Gambarelli. La regista ha recentemente concluso il suo lavoro, che lo scorso 14 marzo è stato proiettato a La Claque soltanto per le persone che ci hanno lavorato e per coloro che ne hanno scritto.
Il film affronta in modo allo stesso tempo ironico e intimista, leggero e drammatico lo spaesamento di una generazione (quella che si aggira attorno ai trent’anni) che talvolta ha dovuto abbandonare familiari e amici per emigrare all’estero cercando di costruirsi un futuro, non sempre riuscendoci.
Questo sembra essere proprio il caso del protagonista dell’opera in questione: Christian, un trentacinquenne che vive a Londra da più di un decennio alternando la propria quotidianità tra il lavoro di cameriere, gare semi-professionali di lotta e la convivenza con la compagna. Quando il giovane uomo viene licenziato dal locale e viene lasciato dalla fidanzata, decide di commettere un piccolo furto, azione che lo porta, per paura e necessità, a ritornare nella sua città natale: Genova.
Qui il protagonista rivedrà la madre, la sorella, e, soprattutto, i suoi due amici di vecchia data, uno dei quali ha bisogno urgentemente di sostituire un rene per sopravvivere. Saputa la situazione, Christian si offrirà di donare il suo.
Risulta evidente fin dal soggetto che l’opera veda al centro un ragazzo (interpretato da Christian Ivaldi, attorno al quale gira quasi tutto il lavoro) mai cresciuto veramente, che vorrebbe essere un modello per il prossimo senza però aver trovato una direzione neppure per se stesso. L’uomo imparerà comunque ad assumersi le proprie responsabilità, in quella che è un’opera che parla sia delle incertezze degli attuali trentenni sia dell’importanza delle antiche amicizie e degli antichi legami, anche in un’ottica di (tardiva) crescita personale.
In tale direzione assume un ruolo abbastanza importante anche la stessa città di Genova, che per il personaggio principale è insieme un luogo dove rifugiarsi, dove perdersi e dove intraprendere un’importante tappa del proprio percorso formativo.
Non è un caso che buona parte della vicenda si svolga proprio nel capoluogo ligure (dove si sono effettuate le riprese dal 17 al 26 novembre 2013), del quale il pubblico potrà riconoscere il cimitero di Staglieno, la sopraelevata, via Domenico Chiodo, Righi, via Canneto Il Curto e Capo Santa Chiara.
Per quanto riguarda gli interni, il più riconoscibile è quello de La Claque, locale in cui una sera i protagonisti cantano, si sbronzano e si picchiano, in quella che è una delle sequenze intenzionalmente più brillanti del film.
L’opera è una produzione italo-spagnola sostenuta, tra gli altri, da Dietro le quinte e dalla Genova-Liguria Film Commission. La casa di produzione è l’Aretusa Film, fondata dalla regista insieme a Luis Manuel Caballero Alvarez proprio per poter girare tale lungometraggio.
Nonostante sia stato proiettato al New Filmmakers di New York e all’Indian Cine Film Festival 14, Ti offro da bere non ha ancora trovato una distribuzione, che l’autrice sta cercando in tre Paesi: Italia, Spagna e Inghilterra.

(di Juri Saitta)

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