L’amore all’improvviso


amore all'improvvisoTra i tanti ingredienti fissi che costituiscono la ricetta della commedia sentimentale di classe, da un po’ di tempo a questa parte si è ritagliata un suo spazio anche l’attenzione quasi doverosa alla recessione e alla crisi economica planetaria che non risparmia nulla e nessuno, melassa e sentimenti da cinema rosa compresi. Non deve quindi stupire se nella sua seconda prova dietro la macchina da presa Mr. Oscar Tom Hanks (qui anche in veste di produttore e co-sceneggiatore insieme
alla Nia Vardalos autrice della dilogia sul grasso e grosso matrimonio greco) si sia allineato alla tendenza in voga per raccontare la storia di un veterano della marina che perde il lavoro per non avere un titolo di studio superiore e ritrova felicità, soddisfazione professionale e sentimentale grazie a un’insegnante frustrata conosciuta all’università cui si iscrive per fronteggiare l’emergenza, ma anche grazie al variegato e motivante gruppetto di compagni di corso. Fin troppo schematico nel disegno del caratteri dei personaggi (col protagonista che sembra una versione meno tonta e più socialmente integrata di Forrest Gump) e nella sceneggiatura piena di dejà vu e di rifritture del cinema altrui, questa seconda regia di Hanks – stroncata con perfidia negli USA centra in pieno l’obiettivo che di certo si era prefissato: e cioè sfornare la classica commedia sentimentale “carina” nella quale i perdenti diventano protagonisti, e in grado anche di rassicurare il pubblico con una nuova versione del sogno americano, sintonizzato sulle
frequenze della crisi in atto e capace di fornire a chi lo voglia una ricetta semplice per fronteggiarne gli assalti.

(di Guido Reverdito)

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