Il re leone ruggisce in 3D


il re leoneUn giorno un cucciolo sarà re. Ma prima di allora dovrà affrontare il tradimento, la morte prematura del padre, il senso di colpa, l’esilio.
Quando Il Re Leone uscì per la prima volta nelle sale, nel lontano 1994, molti plaudirono agli splendidi disegni e alle musiche da Oscar di Elton John e Tim Rice, ma si chiesero se un soggetto del genere fosse effettivamente adatto ai più piccoli. Sono passati diciassette anni e la pellicola più fortunata dell’intera storia Disney (due sequel, sei Tony Award per l’omonimo musical e quasi un miliardo e mezzo di dollari d’incasso) torna al cinema in 3D, forte di quella caratteristica che adesso come allora la rende speciale nella categoria “film d’animazione per bambini”: portare la realtà nella fiaba, educare alla vita oltre che intrattenere.

La storia, che affonda le sue radici nella Bibbia, nella tragedia greca e in Amleto, mette in guardia i bambini sulle lezioni più difficili che la vita può impartire, offrendo numerosi spunti di riflessione da approfondire in casa o a scuola.

Il piccolo Simba si muove all’interno dei lussureggianti paesaggi africani ed ha per amici Timon e Pumbaa, due mattacchioni (consueta concessione Disney alla spalle comiche) che lo esortano all’ “Hakuna Matata” (godersi la vita lasciandosi i problemi alle spalle). Ma l’essere nato fortunato (è figlio di Re Mufasa) lo rende odioso agli occhi dello zio Scar. Quest’ultimo (uno dei migliori “villain” mai disegnati) è talmente invidioso del ruolo che il destino ha riservato al nipote da cercare di ucciderlo. Mufasa, padre saggio e generoso, salva in extremis il figlio ma viene ucciso a tradimento da Scar.

Il dolore incommensurabile provato da Simba per la perdita del genitore viene acuito dalla crudeltà di Scar, che gli fa credere di essere l’unico responsabile di quella tragedia. Simba fugge, cresce e diventa adulto lontano dalla madre e dagli affetti più cari, senza avere più notizie della sua terra. Fino al giorno in cui, casualmente, viene a sapere del governo scellerato di Scar. A quel punto l’Eroe torna e compie il suo destino di re e di salvatore.
Riportata la pace nel regno, trovato l’amore, Simba avrà a sua volta un figlio, per continuare quel “cerchio della vita” (così si intitola una delle canzoni più famose del film) che è flusso creatore e legge di natura.

(di Maria Francesca Genovese)

Postato in Film ragazzi, Numero 95.

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