Intervista a Nicolangelo Gelormini, autore di Reset


nicolangelo gelorminiSignori! Paolo Sorrentino ha forse trovato un erede! L’abbiamo scoperto venerdì 1° luglio con la proiezione di Reset al 14esimo Genova Film Festival per il Concorso nazione Cortometraggi e Documentari.

Nicolangelo Gelormini, autore del film, parte da una trama thriller su uno scrittore sospettato dell’omicidio di sua figlia, per fare un viaggio avanti e indietro nel tempo, tra frammenti di memoria e una realtà quotidiana altrettanto confusa e tormentata.

Nella piccola scheda sul regista, si legge che è stato assistente di Sorrentino e, come affermato all’inizio, si vede eccome!

In soli 17 minuti di proiezione, Gelormini, in primis, alterna un montaggio velocissimo, quasi frenetico, ad uno più rilassato, con movimenti di macchina più lenti, evidenziando benissimo la mente tormentata e i ricordi frammentari dello scrittore.

Questa, però, non è la sola particolarità autoriale del film, ma è bensì necessario annotare i piccoli movimenti di macchina in avanti in alcuni campi/controcampi (sembra davvero di vedere Il divo) e un’attenzione, anche questa piuttosto “sorrentiniana”, molto particolare alle musiche, tutte ottimamente scelte, soprattutto nelle scene in cui il pezzo contraddice le immagini.

Diverse le citazioni, volontarie o meno, che si possono trovare in Reset: da Alain Resnais per un certo uso della voce narrante, fino a Hitchcock, in quanto l’omicidio sulla torre ricorda da vicino La donna che visse due volte (piccola curiosità, la casa di produzione del film si chiama propri Vertigo).

I contenuti, che pure sembrano certamente messi in secondo piano rispetto alla regia, risultano invece assai interessanti, perché affrontano temi come la memoria, il tormento di non poter essere amati e la voglia di trasmettere alle generazioni future le proprie qualità e il proprio talento.

Così, tra una regia piena d’idee e delle tematiche non banali, Reset risulta uno dei corti più interessanti visti al festival, un film italiano che parte dal thriller per poi arrivare ad un risultato personalissimo, certamente non bloccato nei confini del genere.

Dopo la proiezione abbiamo parlato brevemente con il regista Nicola Gelormini.

Nel tuo film, almeno nella parte iniziale, c’è un’evidente alternanza tra un montaggio serrato e delle inquadrature più lunghe e lente. Potresti spiegarci questa scelta?
È stata una scelta spontanea. Sono contrario a strutturare un film in un’unica direzione, perché altrimenti l’idea che hai perde di forza, quindi ho realizzato tale alternanza per arricchire d’effetto il risultato finale dell’opera.

Sappiamo che hai fatto d’assistente a Paolo Sorrentino. Potresti parlarci di tale esperienza?
È stata molto utile. Ho lavorato con Sorrentino in tempi non sospetti, per film come La notte lunga e L’uomo in più, ovvero quando il regista era ai suoi esordi e non aveva il riconoscimento internazionale che ha ora. Ebbene, vedere un autore crescere nel suo talento è si è rivelata un’occasione irripetibile.

Come hai scelto le musiche del film?
Considero le musiche davvero fondamentali. A volte riesco subito a capire qual è il pezzo che voglio inserire in una certa scena perché mi risuona da subito, in altre occasioni procedo invece a tentativi, guardando e riguardando le immagini al montaggio. Per quanto concerne a Reset, una scena che voglio ricordare è quella del cimitero, in cui in sottofondo passa una canzone dal ritmo allegro e vivace: in quel caso la mia intenzione era quella di creare un contrasto forte tra aspetto visivo e uditivo, che s’ispirasse al cinema gotico anni ’70.

E tra l’altro Reset può essere considerato, anche se alla lontana, un film di genere…
Certamente. Il mio punto di partenza è sempre quello: il thriller. Considero tale genere come il più cinematografico del cinema e la mia ottica iniziale è sempre questa, anche se poi magari approdo a dei risultati diversi. Ad esempio, la storia di Reset è indubbiamente thrilling, ma alla fine il film non è riconducibile solo a tale narrazione, in quanto è diventato qualcos’altro, come credo si possa vedere.

Quanto è durata la lavorazione di Reset?
Cinque giorni di riprese a Napoli. Ribadisco, inoltre, che l’opera è costato soltanto 4.000 Euro, un budget molto basso di cui vado orgoglioso.

(di Juri Saitta)

Postato in 14° Genova Film Festival, SC-Festival, Spazio Campus.

3 Risposte a Intervista a Nicolangelo Gelormini, autore di Reset

  1. axel scrive:

    Ho avuto modo di vedere Reset, nonchè altre opere di Nicolangelo Gelormini, e credo che sia uno dei talenti più innovativi, espressivi e straordinariamente intensi del panaorama italiano. Vivo all’estero, e lui la considero una delle risorse che cdertamente possono contribuire a ridare una visibilità internazionale al cinema italiano.

  2. stefano scrive:

    per me è un genio..

  3. Gianna scrive:

    Bravissimo! Un vero talento. Grazie GFF.