51ma edizione del Festival di Salonicco


PerifericLa 51me dizione del Festival del cinema di Salonicco, la cui sezione principale è riservata alle opere prime, è stata segnata da due pesanti difficoltà economiche. La prima è derivata dalla gravissima crisi attraversata dal paese che ha indotto il governo a ridurre tutte le spese. Il secondo intralcio è venuto dall’eredità della precedente direttrice, Despina Mouzaki, che ha chiuso il mandato lasciando in deficit di ben sei milioni di euro. Questo intrecciarsi di difficoltà ha determinato la riduzione delle presenze, la rinuncia all’affitto di alcune sale e al contenuto tutte le spese. A schermi spenti si può dire che, nonostante tutto, si è trattato di una manifestazione ricca d’interesse che ha proposto decine di titoli di ottima qualità.

Lo dimostra lo stesso film vincitore che attesta ancora una volta il formidabile stato di grazia della cinematografia rumena. Periferic (In partenza), porta la firma di Bodgan George Apetri e conferma il pessimismo sostanziale che percorre il miglior cinema di Bucarest.
Matilda è in galera con una condanna a dieci anni, ne ha scontati cinque, quando ottiene un permesso di ventiquattrore per assistere al funerale di sua madre. In realtà, progetta di espatriare con i soldi che le sono stati promessi dal suo ex fidanzato, un magnaccia della più bella specie, in cambio del suo silenzio al momento della condanna. Messa da parte dai parenti, imbrogliata dal prosseneta, la giovane
si trova, quasi casualmente, in grado di rubargli una bella somma di denaro.

E’ l’occasione per ritirare dall’orfanotrofio il figlio di otto anni e raggiungere Costanza, dove prendere una nave per l’estero. Il ragazzino, che già si concede per denaro a maturi pedofili, sembra apprezzare le attenzioni della madre, ma, alla prima occasione, la deruba e scappa.
Ora è sola, senza denaro, ricercata dalla polizia e senza alcuna prospettiva davanti.
Il film disegna un universo in cui non ci sono personaggi positivi, ma solo animali che si contendono con le zanne e le unghie, il necessario per sopravvivere. Il tutto è immerso in uno scenario deruto, punteggiato di ruderi e detriti, pieno di sporcizia. E’ uno sguardo che abbiamo già colto in numerose opere provenienti da questa cinematografia, ma che questa volta si fa particolarmente cupo e pessimista.

Postato nelle sezioni Festival, Numero 91 con i tag , .

I commenti sono chiusi.