Quel cineclub sulle navi da guerra

Parla un giurato storico di “Voci”, il festival del doppiaggio in programma a Genova il 29 e 30 ottobre.

Callisto Cosulich ricorda i suoi anni liguri. Quando studiava ingegneria a Genova. E faceva vedere film americani “proibiti” al largo della Spezia. Ritorno a Genova. Il festival del doppiaggio “Voci” si svolge quest’anno nel capoluogo ligure, dopo tanti anni trascorsi nel Ponente. Ma pochi sanno che a Genova ha vissuto per qualche anno anche un giurato “storico” della manifestazione diretta da Claudio G.Fava e Bruno Astori: Callisto Cosulich, classe 1922, critico celeberrimo di Paese sera, ABC e tante altre testate, triestino, grande amico di Tullio Kezich, sulla breccia del cinema da sessant’anni buoni.

“Ho fatto due anni di università a Genova, dal 1940 al 1942 – spiega Cosulich – Venivo da Trieste, dove ero nato e dove nel ’40 avevo fatto la finta maturità. Io speravo ardentemente che arrivasse la guerra, perché quell’anno ero stato male e avrei dovuto fare tutti gli esami a ottobre. Sapevo che, se invece l’Italia entrava in guerra, non si sarebbe fatta la maturità e sarei passato coi voti del trimestre precedente!”

Come fu il periodo genovese?
“Ero orfano di entrambi i genitori, così venni a Genova per fare il biennio di ingegneria avendo come riferimento mio zio, primario al San Martino. Nel primo anno stavo in una pensione sopra il Ponte Monumentale, l’anno dopo in una pensione dal nome tedesco sulla collina alle spalle del Carlo Felice. Mi ero anche quasi fidanzato, con una ragazza di nome Fanny. Leggevo “Cinema” di Vittorio Mussolini, con le recensioni di De Santis e cominciavo ad avvicinarmi a un certo tipo di cinema. Di sicuro preferivo le putes francesi di Carné alle signorinette dei film italiani: le commedie italiane e ungheresi servivano solo per portare le ragazze al cinema. Ma leggevo anche “Il Primato” di Pintor, e mi piaceva guardare la stampa opposta, come il terribile “La vita italiana” di Preziosi, violentissimo, antisemita, di cui ho ancora tutta la collezione”.

Fino al 1942?
“Sì, perché nel frattempo avevo chiesto di andare volontario in guerra. Avevo fatto domanda non certo perché volessi combattere, ma perché non volevo che il destino decidesse per me, e magari mi spedissero in Russia. Volevo scegliere io. Così, ho fatto domanda per l’Accademia Navale di Livorno, e il giorno dell’Epifania del ’43 sono salito a bordo dell’Eugenio di Savoia a Castellammare di Stabia. Eravamo in una posizione bellissima, nascosti sotto il monte: nessuno ci vedeva e noi beccavamo gli aerei che passavano dopo aver bombardato Napoli… Lì ho capito che sparare in aria contro un aereo con delle persone a bordo era la stessa cosa che sparare a sagome di cartone: provi assolutamente la stessa sensazione!”

E Genova?
“Da Napoli ci hanno poi rimandato a Genova, quindi a La Spezia. E lì facevo da consigliere all’ufficiale per le proiezioni di bordo. I marinai ovviamente preferivano le commedie americane a quelle italiane o tedesche, e noi potevamo prelevare dalle agenzie e proiettarci i film americani che nelle sale erano proibiti! L’8 settembre mi ritrovai per la prima volta a dirigere personalmente le proiezioni. Avevo mandato un marinaio a Genova per prendere L’eterna illusione di Frank Capra, ma in giornata arrivò il messaggio di Badoglio. Ho chiesto al comandante: “E adesso, cosa facciamo?”. E il comandante: “Mettiamo su il film! Poi vedremo”. Facemmo quella proiezione in un golfo totalmente coperto di proiettili traccianti lanciati dai marinai che festeggiavano, convinti che fosse tutto finito. In realtà, il peggio stava per cominciare. Era proprio L’eterna illusione

Dopo l’estate del 1945 sono ancora tornato a Genova, per dare gli ultimi esami del biennio di ingegneria. E’ lì che ho visto Roma città aperta e Sciuscià, una rivelazione. Poi sono tornato a Trieste per il triennio. Avevo già il posto assicurato ai Cantieri di Monfalcone, ma non mi laureai mai. Ormai ero dirigente della Federazione Circoli del Cinema: partii per Roma e da allora mi occupai di cinema. Ma Genova mi fu ancora d’aiuto. Finita la guerra, avevo partecipato con una piccola quota al rifinanziamento della ditta di famiglia, e quando scoppiò la guerra di Corea cominciarono ad arrivarmi dividendi incredibili per gli affari con gli americani. La stampa di destra diceva che i Circoli del Cinema erano finanziati da Mosca, e invece a finanziarmi era l’America! Finché non aderii a un manifesto contro il cinema americano, e così dovetti andarmene”.

Le nomination cinema di Voci 2010
Voci maschili: MASSIMO LOPEZ (Colin Firth in A single man), FRANCESCO PEZZULLI (Leonardo Di Caprio in Shutter Island), SERGIO DI STEFANO (Jeff Bridges in Crazy Heart);

Voci femminili: ADA MARIA ZANETTI (Helen Mirren in Last Station), ALESSADRA KOROMPAY (Juliette Binoche in Copia conforme), LAURA BOCCANERA (Kristin Scott Thomas in L’amante inglese);

Voci non protagoniste: STEFANO BENASSI (Chris Waltz in Bastardi senza gloria), ANTONELLA BALDINI (Maggie Gyllenhaal in Crazy Heart), FRANCESCA GUADAGNO (Vera Farmiga in Tra le nuvole);

Doppiaggio generale: TONINO ACCOLLA (Avatar), FRANCESCO VAIRANO (A serious man), RODOLFO BIANCHI (Il profeta)

(R.V.)

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