Quei croissant così complicati


E' complicatoDopo Julie &Julia Meryl Streep ci riprova con la cucina francese
La difficoltà a cui si riferisce E’complicato, il titolo dell’ultimo film di Nancy Meyers, riguarda la situazione in cui si viene a trovare una donna non più giovanissima quando si ritrova inaspettatamente amante del proprio ex-marito – andato via da casa dieci anni prima con una nuova giovane compagna – e torna così ad avere una vita sessuale intensa, appassionata e clandestina.

La donna in questione è Jane (Meryl Streep), la cui età non viene esplicitamente dichiarata ma dato che ci vengono forniti con discrezione alcuni indizi, possiamo affermare che si trovi da qualche anno sopra i cinquanta. Jane è affettivamente sola ma realizzata: ha tre figli sani e bene educati pronti a lasciare il nido per il college o per il matrimonio, una bella casa con un giardino per coltivare fiori e ortaggi nello splendido paesaggio della California del sud, dalle parti di Santa Barbara, ed un’affermata caffetteria/pasticceria che gestisce con passione dal momento che, in gioventù, ha frequentato con profitto un corso per pasticcere a Parigi, facendosi le ossa in una panetteria e imparando tutto quello che c’è da sapere sul croque monsieur e sui croissant. Jane è ormai rassegnata ad affrontare gli anni di solitudine che ha davanti a sé, quando accade l’inatteso: due uomini si innamorano di lei. Uno è Adam (Steve Martin), l’architetto che deve ampliarle la cucina, e l’altro è Jake (Alec Baldwin), il suo ex-marito. Per un po’ Jane porta avanti parallelamente e segretamente entrambe le storie poi, dato che siamo lontani dall’audacia e dall’ironia di Tutto può accadere, le si impone una scelta.

Il nuovo amore nasce nella sua pasticceria con la complicità di un vassoio di croissant al cioccolato appena sfornati.
Nancy Meyers, ovvero la grande consolatrice, offre alle non più giovanissime donne sole una grande possibilità. Certo, disporre di tutto ciò di cui dispone Jane non è facile, a cominciare dalla capacità di preparare croissant, dal momento che pochi di noi dispongono di un laboratorio da pasticcere. Se disponete di una normale cucina e intendete tentare di confezionarli manualmente, E’ (molto) complicato potrebbe diventare
il titolo del vostro tentativo. Innanzitutto c’è una questione di tempi. Nel secondo volume del celebre e fondamentale libro di cucina, Mastering the Art of French Cooking, Julia Child (ricordate Julie & Julia?) afferma che “se volete croissant freschi e ben cotti per colazione, dovrete stare alzati tutta la notte come fanno i fornai”, dal momento che, a suo dire, per prepararli occorrono dalle undici alle dodici ore a causa dei lunghi e ripetuti periodi di riposo a cui dovete sottoporre l’impasto nelle varie fasi di preparazione.
Se vi accontentate di un prodotto con meno pretese, le ore potrebbero ridursi a quattro ma resta la difficoltà della lavorazione manuale.
Morale: ci sono alcuni dolci che è bene lasciar fare ai pasticceri, come il Marillenknödel, il Dobos, la vera pasta da strudel e i croissant.
Nel caso vi capitasse di passare da Cannes, suggeriamo di provare quelli della pasticceria Lenôtre al 63 di rue d’Antibes. Se non sono destinati ad accompagnare banalmente un café au lait, ma dovessero servirvi per conquistare il cuore di qualcuno, abbinate una Clairette de Die.

(di Antonella Pina)

Postato nelle sezioni Numero 89, Quando il cinema sposa la cucina con i tag .

I commenti sono chiusi.