Il cinema nel Tigullio


Cinema RealeRAPALLO
In fatto di cinema, è indubbio che Rapallo fu sempre regina nel Golfo del Tigullio. Per numero di schermi, di biglietti venduti, di iniziative a livello internazionale. Fu la prima ad ospitare uno “spettacolo di cinematografia”. Questo avvenne, nei primissimi anni del ‘900 in un locale sito in una zona poi denominata Via Pellerano Murtula. Come sala di proiezione non ebbe vita lunga; divenne, col tempo, falegnameria, ristorante, vi si produsse persino la varechina, e fu demolito alla fine degli anni ’60, soccombendo alla costruzione di un semi-grattacielo.
Ma, intanto, pioggia e chissà che altro ancora, avevano fatto in modo che sulla sua facciata ricomparisse la scritta “Cinema”. Vera e propria sala da film fu il Royal, di certo già in funzione nel 1907. Voluta dai fratelli Felugo, reduci rinomati del campo alberghiero, di lì a poco tramutò il nome in Reale. In seguito, si chiamerà Roma (con la caduta dei Savoia), infine Grifone quando fu ricostruita di sana pianta nei primi anni ’50. Ma perse il suo palcoscenico (uno dei più grandi della Liguria) edificato nel 1928 con i proventi della tassa di soggiorno comunale. Dopo i Felugo, conobbe varie gestioni: la società genovese Pittaluga, i fratelli Javarone di Camogli con il costruttore Bogliardi per tutto il tempo del boom edilizio.
Subì l’onta della prima chiusura nel 1986. Riaprì i battenti nel 1997, ad opera di Lorenzo Passalacqua, proprietario del “Centrale” di Santa Margherita Ligure, che lo tenne in vita per altri dodici anni. Ancora oggi, senza le luci del suo ingresso, alla sera, il crocevia più importante della città è di uno squallore senza pari.
Rimangono, in parte affidati alle cronache locali, i ricordi di alcuni eventi speciali: le proiezioni estive effettuate in uno chalet appositamente costruito sul lungomare durante la ristrutturazione del 1913; la serata in onore di Maria Jacobini, star del muto, presente alla proiezione del film ADDIO GIOVINEZZA; il concerto del violinista Vasa Prihoda in omaggio dell’argentina Eva Peron, in visita nel Tigullio. (Era il 1947, la Peron entrò in sala in ritardo, ma Prihoda non alzò l’archetto e nessuno batté le mani).
Storico locale anche l’Eden, divenuto Italia nel luglio 1939. Ricavato in un’ala dell’ex Gran Hotel Royal, esistente nell’allora via Regina Elena, inaugurato nel gennaio 1927. Di proprietà dei Felugo, in seguito passò in gestione alla società Pittaluga e agli Javarone. Nei primi anni di guerra ne fu direttore Ubaldo Del Colle, noto regista del muto, all’epoca dimorante a Rapallo. Nel 1943 ospitò un’anteprima speciale: la proiezione del TITANIC (quello realizzato in Germania) riservata alle forze armate tedesche di stanza nella zona. Evento cui lo scrivente, ragazzino intimorito tra numerosi ufficiali in alta uniforme, poté partecipare in quanto vicino di casa della cassiera. Più volte rammodernato, l’Italia conobbe il suo periodo d’oro negli anni cinquanta e sessanta. Cessò di esistere, ormai in condizioni pietose, nel 1982. In parte sventrato e modificato a spese del Comune, accolse per qualche tempo i servizi demografici e il corpo dei vigili urbani. Da anni è in attesa di una nuova destinazione.
Altre sale rapallesi: l’Excelsior, sorto tra due caseggiati recentemente demoliti nei pressi della stazione ferroviaria, per iniziativa di un ex capitano di mare. Venne inaugurato nel novembre 1908 (uno dei primi film presentati fu GLI ULTIMI GIORNI DI POMPEI di Luigi Maggi). Resistette alla concorrenza del Reale per oltre un decennio, limitando, verso la fine, le programmazioni a tre serate settimanali. Il Pro famiglia, di proprietà parrocchiale: iniziò l’attività nel marzo 1926, con IVAN IL TERRIBILE, interpretato da Amleto Novelli. Cessò di esistere intorno al 1940 per trasformarsi nell’Augustus (prima versione), aperto dai camogliesi Javarone nel 1941 con LA NAVE BIANCA di Roberto Rossellini. Ricostruito dalle fondamenta e tornato in attività nel 1972, dopo alcuni anni di silenzio, ne assunse la gestione il sammargheritese Giuseppe Passalacqua che ne rinnoverà la struttura, trasformandolo successivamente in una multisala (3 schermi). Oggi è l’unico cinema operante in città.
Altra sala parrocchiale, il San Francesco, con annessa arena estiva, in funzione dal 1952 al 1975. Da ricordare pure il Teatro delle Clarisse, fatto costruire dal Comune all’interno di un ex convento e inaugurato nel 1972. Adibito anche a cinema, ospitò manifestazioni importanti: le ultime due edizioni del Festival Internazionale del Cinema d’Amatore, il “Teleconfronto” ideato da Nedo Ivaldi, le Rassegne della Cineteca Nazionale e, per quasi un decennio, la Rassegna del Film d’Essai, organizzata dal Cineclub del Tigullio. Vi si svolsero altresì il Premio Delfino d’oro (attribuito in due diversi anni a Michelangelo Antonioni e a Nikita Michalkov) e l’edizione 2011 di “Cartoon in the Bay”. Non poche le arene estive: le due dell’Eden-Italia (la prima addirittura nel 1931), l’ICAR (nell’immediato dopoguerra nell’attuale Piazza delle Nazioni), quella dell’Augustus (negli anni cinquanta), il Loreto, nel quartiere Milano, il “Cinema sotto le stelle” (per due anni) nel Parco di Villa Tigullio, con vista mare e Portofino.

CHIAVARI
I chiavaresi ebbero modo di assistere ad una serie di proiezioni già nel 1906, in un edificio detto “Casa Brizzolara” sito in corso Dante. Qualche anno più tardi, sempre nella stessa strada, il Gambinus, sorta di café-chantant, venne attrezzato a cinematografo. Assunta la denominazione di Radium, presentò “alcune pellicole indovinatissime e d’effetto” come ebbe a scrivere un cronista rimasto ignoto. Sebbene potesse fregiarsi del titolo “Cinematografo Internazionale premiato all’Esposizione di Bruxelles”, nei primi anni venti smise l’attività, divenendo sede del partito fascista.
Intanto, inaugurato con FRANCESCA DA RIMINI, avviò l’attività nei primi anni ’10 l’Edison, fatto costruire da certo Raffo. Lo seguirono a breve distanza il Pro Chiavari, della locale Società Ginnica (film iniziale: L’APOTEOSI DEL MILITE IGNOTO che – parole di un critico dell’epoca – “comunicò fremiti d’intensa emozione”). Detto locale assumerà il nome di Astor e chiuderà nel 1981. Con DON BOSCO, nel 1922, prese il via il Pro Famiglia sistemato nell’antica Casa del Popolo e voluto da un gruppo di cittadini stanchi (si legge in una cronaca) “delle finzioni criminali del cinematografo”. Anche questa sala muterà nome: Manzoni, Supercinema, infine Odeon, e chiuderà, trasformandosi in palestra. Attrezzato a cinema (oltre al pattinaggio) anche il Teatro Eden, noto pure come Teatro Estivo, fatto erigere da Gaspero Defilla nel 1911. Intorno al 1929, funzionò come locale all’aperto, il Cinema Sport (o Arena Sport).
Nel 1931, IL BACIO con Greta Garbo iniziò l’avventura cinematografica del Cantero: sala storica, come lo fu il Civico Verdi, che, passato ai film l’anno prima, resistette alla sua concorrenza per quasi un decennio. (Demolito nel 1964, lasciò spazio ad un parcheggio). Voluto dalla famiglia di cui porta il nome, fu sempre utilizzato in prevalenza come cinema. Tuttavia la proprietà volle erigere un’altra sala e vi riuscì nell’immediato dopoguerra, costruendo in via Rivarola il Nuovo, rimasto aperto fino ai primi anni ’80. Miglior fortuna ebbe, invece, l’ex Centrale, divenuto Mignon con la gestione Colombo. Infatti, è tuttora in funzione e specializzato nella programmazione d’essai. Due le arene importanti: la Perla (visse una sola estate, quella del 1948) in via N.S. dell’Orto, e l’Astre, appendice dell’Astor, che trovò posto in via Montevideo dal 1949 al 1967. Da alcuni anni, a Chiavari, si svolge il Festival Cine-Americhe.

S. MARGHERITA LIGURE
É certo che nell’anno 1910 alcune pellicole furono proiettate in un locale denominato Radium, e ripetute l’anno successivo al Caffé Centanaro (l’ubicazione di entrambi i locali è rimasta ignota). In seguito, altre proiezioni ebbero luogo al Verdi, un teatro fatto costruire nel 1910 in via Giunchetto, da Giuseppe Quaquaro, animoso cittadino (come lo ebbe a definire lo storico A.R. Scarsella). Ma la prima vera sala per film fu l’Imperiale, inaugurata nel 1917 nell’attuale corso Matteotti, inizialmente diretta dal rapallese Felugo e poi dalla società Pittaluga. Col tempo avrà altri gestori e cesserà l’attività nel 1963. Sulle sue macerie verrà costruito il primo supermercato della città.
La società Pittaluga gestì pure il Teatro Mazzini, inaugurato nel marzo 1920 nell’attuale Largo Giusti. “Legittimo erede dell’Imperiale e figlio minore del tapino Verdi” – come si legge in un giornale dell’epoca – il Mazzini passò ufficialmente le consegne al novello Savoia il 23 dicembre 1926. (L’inaugurazione avvenne con il film IL PICCOLO LORD di Palermi e Genina, la presenza dell’attore Carlo Tedeschi e l’esibizione “dell’impareggiabile artista Carmen Boni”). Costruito al posto di un magazzino, “finanziato” da Lorenzo Passalacqua e Amedeo Pelissa, sotto l’egida del rapallese Giovanni Felugo, il locale arriverà sino ai giorni nostri, con il nome di Centrale e la gestione di Lorenzo Passalacqua junior. (Per obbligo di cronaca va ricordato che il Centrale ospitò, per una decina d’anni, la rassegna del Cinema d’Essai, organizzata dal Cineclub del Tigullio e traslocata dalla vicina Rapallo per mere ragioni burocratiche). Visse per qualche tempo in piazza Mazzini, con tanto di maschere in divisa all’inizio, il Mignon, di proprietà Gadolla-Segalerba. (Aperto nell’ottobre del ’63 e chiuso per scadenza contrattuale nel 1985, ultimamente era gestito dai coniugi Erika e Gian Carlo Lombardo). Altri schermi cittadini: il parrocchiale Lux, funzionante in piazza Matteotti tra il 1950 e il 1972, e le arene Icar Giardino, in via Tripoli dal 1951 al 1952, e l’Ars, in via 25 Aprile dal 1953 al 1966.

SESTRI LEVANTE
Il ricordo della prima presenza del cinema in questa città si è perduto nel buio del passato remoto. Tuttavia, secondo una voce, sembra che fosse un fotografo locale, forse di nome Borasino, ad effettuarvi le proiezioni iniziali. Di certo si sa che la prima sala adattata a cinema fu il Nettuno, costruito da certo Dentone nel 1911, sulle ceneri di un vecchio teatro di legno distrutto dal fuoco otto anni addietro. Un’altra risulta essere esistita nel 1929, il Centrale. Forse la stessa tornata in attività nel 1947, con il medesimo nome e annessa arena, in corso Colombo, chiusa poi nell’agosto 1983 per trasformarsi in ristorante. Altri schermi funzionarono in seguito: il parrocchiale Lux, nei pressi della Chiesa di N.S. di Nazareth, dal 1950 al 1972; la Conchiglia, una vasta arena di ben 812 posti, aperta dal 1951 al 1982, in corso Montevideo. Attualmente l’unico cinema in attività è l’Ariston (2 schermi) in via Fico, costruito nel 1961 e inaugurato con il film I CANNONI DI NAVARONE. Conobbe una lunga chiusura, fu ristrutturato dal Comune e riaperto nel 1971 con la gestione del giovane Alberto Passalacqua, cinefilo doc e figlio dello storico esercente sammargheritese. Da segnalare, inoltre, la curiosa presenza di una sala nella frazione di Riva Trigoso. Si tratta del Bardilio, aperto nel 1972. Rimase in vita dieci anni. Ora, al suo posto un condominio.

LAVAGNA
Silenzio assoluto per ciò che concerne il cinema. Almeno fino a quando, nell’estate del 1931, non furono effettuate alcune proiezioni in piazza Vittorio Veneto, seguite ovviamente, da un pubblico “numeroso e attento”.
Il 4 febbraio 1933 venne inaugurato, poco lontano dalla suddetta piazza, il Cinema Teatro del Littorio, finito sotto le bombe durante il secondo conflitto mondiale. Nel 1948 entrò in funzione il Cinema Cantero, rimasto aperto fino al 1983. Per l’estate, lavagnesi e vacanzieri ebbero a disposizione, dal 1951 al 1981, l’arena Supercinema-Splendor, situata in prossimità della summenzionata piazza.

ZOAGLI
In uno dei tanti periodi d’oro del cinema, pure questa cittadina ebbe il suo cinema. Fu il Sem Benelli, era situato sull’Aurelia, non troppo lontano dal castello in cui abitò il celebre drammaturgo. Funzionò, spesso nelle festività e d’estate, dal 1950 al 1958. Dopodiché divenne un condominio.

(di Luciano Rainusso)

Postato in Liguria d'essai, Numero 95.

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