“Anna Karina, la musa inquieta della Nouvelle Vague” – Intervista a Simona Galassi

Di Gianmarco Cilento.

Questo breve ma molto sorprendente volume, “Anna Karina – La musa inquieta della Nouvelle Vague” (100 pagine, pubblicato da Alpes Italia), ci consegna un ritratto intenso dell’attrice danese scomparsa nel 2019. Scritto da una psicologa, che si occupa e studia le dinamiche dei rapporti di coppia, è un caso insolito di saggio sul cinema che scandaglia a fondo le motivazioni psicologiche del personaggio biografato. Ne parliamo meglio con l’autrice.

Cara Simona, questo è il tuo primo libro. Da psicologa, per quali ragioni hai deciso di dedicarti a un libro su questa grande attrice? 

Anna Karina ha avuto una vita difficile, costellata da molti abbandoni, prima del padre poi da una presenza altalenante e conflittuale con la madre che l’hanno portata ad avere una “fame” d’amore che ha trovato parziale sollievo e appagamento nella difficile relazione con Jean-Luc Godard e poi con tanti alti matrimoni tutti finiti in breve tempo. Poi la perdita di un figlio e il tentato suicidio. Ma è anche una donna che ha saputo ispirare gli altri e sé stessa, ha reagito alla vita con uno sguardo positivo riuscendo a realizzare il suo sogno. È una storia, la sua, dove molte persone potranno forse riconoscere parti di sé e avere intuizioni per guardare alla vita da angolazioni diverse.

Sei da sempre appassionata di cinema?

Da sempre il cinema mi ha dato spunti di riflessione, poi ho iniziato a scrivere recensioni per alcune riviste on line. Oggi più che mai sono convinta che le storie e i film possano muovere dentro di noi emozioni personali che spesso non riusciamo ad esprimere a parole.

Il tuo taglio critico è sorprendente. Non ti limiti a una semplice biografia della Karina ma, in coerenza con la tua professione, provi a stilare una bellissima analisi del rapporto di coppia tra l’attrice e il suo pigmalione, il maestro della cinematografia Jean-Luc Godard. Pensi che questo approccio potrebbe essere applicata a tutte le biografie sulle coppie artistiche?

 Quando leggo la storia di un/una artista cerco e trovo sempre collegamenti interessanti sia legati alla scelta della loro carriera che personale/sentimentale. Anna Karina e Jean-Luc Godard sono veramente un esempio in questo poiché hanno messo sullo schermo la loro vita privata attraverso le storie dei film girati insieme, come un vero gioco di specchi. Non solo, trovo molto interessante per cercare di comprendere la persona oltre il personaggio guardare che tipo di soggetti accettano di interpretare nei loro film. Molto spesso accade che i personaggi somiglino per alcuni tratti proprio alla loro personalità.

Anna Karina è stata una vera e propria icona del cinema francese degli anni Sessanta. Parli molto più rapidamente del suo periodo successivo, dagli anni Settanta in poi. Lo reputi meno interessante?

 Ho concentrato il mio interesse più sull’evoluzione umana del personaggio rispetto ai momenti della sua carriera, Anna Karina oltretutto è sempre stata molto discreta su alcuni passaggi della sua vita. Dopo la relazione con Jean-Luc Godard ha lavorato moltissimo in tutto il mondo come attrice, cantante e scrittrice e ha realizzato un suo film. Stava riuscendo a trovare un suo linguaggio, una sua strada, ho quindi messo in risalto solo il passaggio emotivo e di cambiamento più che i progetti artistici.

Non credi sarebbe anche interessante uno studio del rapporto di coppia Godard-Karina anche dal punto di vista del solo Godard, analizzando la sua parabola biografica e le ragioni che lo hanno spinto ad assumere verso la sua eroina e musa atteggiamenti così irrequieti e turbolenti? 

Sarebbe stato molto interessante avere una doppia visione, purtroppo Jean-Luc Godard è sempre stato un uomo molto solitario e riservato e anche dai documenti e dalla ricerca effettuata trapela veramente poco. Quando si separarono si chiuse un periodo, una porta che Jean-Luc Godard non ha mai riaperto per quanto io sappia.

Quali sono stati i tuoi punti di riferimento negli studi sul rapporto di coppia?

Ho fatto una ricerca accurata di tutte le interviste, i video e i film. Oltre a vedere due brevi documentari realizzati su Anna Karina. Prima di morire in una intervista Anna aveva risposto a una domanda su un suo possibile libro autobiografico dicendo che avrebbe voluto, forse, scrivere un libro sulla sua vita sotto forma di breve romanzo. Ho cercato di mantenere questa struttura recuperando tutte le sue interviste, costruendo una storia e facendo sentire talvolta la “voce” di Anna.

Credi che Anna Karina abbia realizzato proprio tutto quello che avrebbe potuto fare negli anni successivi al suo rapporto con Godard?

Sì, questo a mio parere è stato il punto forte di Anna. Ha saputo realizzare veramente tutto ciò che desiderava e lo ha fatto ai massimi livelli artistici.

Ti stai dedicando ad altri libri nel frattempo?

Il libro su Anna Karina verrà tradotto in francese spero a breve e mi piacerebbe che se ne facesse un film. Ho in progetto per il futuro sia un nuovo libro, molto diverso da questo che toccherà sempre temi legati alla psiche, sia un progetto teatrale su Anna Karina attraverso la sua musica che abbraccerà un tema diverso confrontato sempre con un percorso psichico.

 

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