Far East Film Festival 2019 – “Melancholic” di Tanaka Seiji

di Renato Venturelli

Una delle prime sorprese del festival di Udine è quest’anomala storia di formazione, al tempo stesso violentissima e brillante, piena di sangue e di sommessa ironia.  L’ha diretta Seiji Tanaka, 32 anni, nato e cresciuto in Giappone, ma poi recatosi in California per studiare sceneggiatura. E proprio il tono della sceneggiatura è uno dei punti di forza del film.

Protagonista, un giovane laureato che passa da un lavoro precario all’altro, finché incontra un’ex-compagna di scuola che gli suggerisce di rivolgersi ai bagni pubblici che lei frequenta e che stanno cercando personale con un contratto a tempo indeterminato. Lei gli dà il suggerimento per poterlo rivedere, lui accetta, supera il colloquio, viene assunto… Ma una notte scopre che il locale funziona di giorno come bagno pubblico per una normale clientela, mentre di notte il proprietario è costretto a lavorare per conto di uno yakuza, ospitando nei suoi locali feroci esecuzioni criminali e facendo poi sparire i cadaveri.

Quando scopre la faccenda, il timido laureato dell’Università di Tokyo si ritrova davanti al bivio di essere ucciso come testimone, oppure coinvolto a sua volta nelle operazioni notturne: e la faccenda finirà in questo modo, col ragazzo che si ritrova sempre più risucchiato in quelle attività criminali, fino alla beffarda resa dei conti.

Il risultato è un tradizionalissimo film yakuza a base di ricatti, prevaricazioni, sgozzamenti, morti ammazzati e pulizie notturne in cui bisogna lavar via il sangue delle vittime mentre i corpi bruciano nella fornace dei sotterranei. Ma al tempo stesso è il ritratto ironico di un ragazzo ritroso e impacciato, confinato ai margini della società per la sua timidezza, ma che passa tranquillamente attraverso le varie fasi della sua particolarissima formazione. E tutto questo senza cadere nei toni accesi o forzatamente brillanti di una dark comedy, ma restando invece su un piano drammatico, attraversato però da una leggera e costante prospettiva ironica. Un’opera prima decisamente azzeccata: in attesa di vedere in quale direzione si dirigerà Seiji Tanaka.

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