“Momenti di trascurabile felicità” di Daniele Luchetti

di Aldo Viganò.

La vita è fatta dagli errori che commettiamo e solo la morte pone fine alla possibilità di sbagliare (anche se gli errori diventano poi quelli degli altri): questa in sintesi è la morale (di cui non si avvertiva la necessità) dell’ultimo film dell’altrove più incisivo Daniele Luchetti, interpretato dal sempre invadente Pierfrancesco Diliberto (in arte Pif) e dalla cantautrice di origine polacca Federica Johanna Victoria Caiozzo (già fatta debuttare sullo schermo da Paolo Virzi in “Tutti i santi giorni” con il sopranome di Thony).

Un film a tesi, dunque, scritto attingendo liberamente da due libri dello sceneggiatore Francesco Piccolo (“Momenti di trascurabile felicità” e “Momenti di trascurabile infelicità”) dai cui aneddoti di vita quotidiana, gli autori della versione cinematografica hanno tratto un’opera che vorrebbe essere a modo suo filosofica, ma che riesce solo proporre l’ennesima variazione sul tema del “paradiso può attendere”.

Vittima per eccessiva confidenza in se stesso di un incidente stradale, l’ingegnere Pif (sposato con due figli) finisce in un “aldilà” molto simile ad un affollato ufficio postale, dove l’addetto allo sportello (il sempre bravo, nonostante tutto, Renato Carpentieri) scopre però che è stato commesso un errore burocratico (non gli erano stati conteggiati i “bonus” guadagnati con il frequente consumo di centrifughe) e per questo viene rimandato sulla terra con la possibilità di vivere ancora per 92 minuti. Detto e fatto: il film durerà esattamente il tempo concesso al suo protagonista.

Lo spunto narrativo è oggettivamente stupidello e l’invadente, strascicata voce fuori campo di Pif fa di tutto per confermarne il giudizio negativo; ma poi, a lungo andare, siccome Luchetti gira senza invadenza e senza arroganza, si finisce col stare al gioco di questa commedia su tutta la vita rivisitata in poco più di un’ora e mezza. Una vita trascorsa tra monogamia e  frettolosi tradimenti, tra partite viste con gli amici e figli un po’ troppo trascurati, tra irrazionali frasi fatte (“Ti penserò sempre, ma non tutti i giorni”) e interrogativi senza risposta (“Perché il primo taxi della fila non è mai davvero il primo?”, “Ma la luce del frigo si spegnerà davvero quando si chiude lo sportello?”).

Certo, in “Momenti di trascurabile felicità” non c’è più neppure l’ombra  di quella che era stata la graffiante stagione della “commedia all’italiana”. Il suo residuo è ora solo un melanconico crepuscolarismo. Al cinismo di Alberto Sordi è subentrata la recitazione televisiva di Pif, con la sua voce piagnucolosa, che evoca perbenismo e politicamente corretto. Gli errori da lui commessi (ma anche dalla moglie) sono sempre auto-perdonati e, quindi, l’happy end è sempre possibile.

Il film è in fin dei conti tutto qui. Così va oggi la vita. Anche quella del cinema. Del quale Luchetti sembra rendersi conto soprattutto quando la sua cinepresa si sofferma sullo sfondo nel quale tutta questa storia qualunque viene raccontata. Cioè, una Palermo in gran parte inedita: finalmente liberata dalla mafia e valorizzata solo per il suo fascino architettonico. Una città senza turisti, ma i cui abitanti sognano di vedere la propria squadra ritornare in Serie A. Uno spazio cinematografico privo di  inflessioni dialettali troppo sottolineate. Un luogo da commedia, appunto. Dove il tragico non ha più ragione d’esistere e anche millenni di storia diventano quotidiani. Basta sapersi accontentare.

 

  

MOMENTI DI TRASCURABILE FELICITÀ

(Italia, 2019) regia: Daniele Luchetti – soggetto: dai libri di Francesco Piccolo – sceneggiatura: Francesco Piccolo e Daniele Luchetti –  fotografia: Tommaso Fiorilli – Musica: Franco Piersanti – scenografia: Marta Maria Maffucci – costumi: Massimo Cantini Parrini – montaggio: Claudio Di Mauro. interpreti e personaggi: Pif (Paolo), Thony (Agata), Renato Carpentieri (impiegato del Paradiso), Franz Cantalupo (Giuseppe), Vincenzo Ferrera (Carmine), Angelica Alleruzzo (Aurora), Roberta Caronia, Francesco Giammanco, Manfredi Pannizzo. distribuzione: 01 Distribution – durata: un’ora e 33 minuti

 

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