Saving Mr. Banks – Intervista a John Lee Hancock


di Barbara Zorzoli
“Amo le storie che rimangono a lungo nella pelle. Voglio raccontare film che parlino e commuovano, che abbiamo dei sentimenti e soprattutto un cuore che batte. Saving Mr Banks racconta una storia vera, perciò avevo anche una responsabilità emotiva nei confronti delle persone coinvolte: P.L. Travers autrice di ‘Mary Poppins’ e Walt Disney”, racconta John Lee Hancock, 57enne regista e scrittore texano, più volte fido sceneggiatore di Clint Eastwood (Un mondo perfetto e Mezzanotte nel giardino del bene e del male) e candidato all’Oscar per la regia di The Blind Side.

In Saving Mr Banks Hancock racconta la fatica fatta da Disney (Tom Hanks) per convincere l’autrice di ‘Mary Poppins’ (Emma Thompson) a portare la tata magica sullo schermo. In parallelo scorre l’infanzia della scrittrice per scoprire che tutto ruota intorno ad un padre (Colin Farrell) da ‘salvare’, alter-ego del Mr Banks del romanzo.
Walt Disney ha impiegato svariati anni per convincere Pamela L. Travers. Secondo lei che remore aveva?
“Credo temesse che, in parte, ci sarebbero state delle sequenze con dei cartoni animati, che poi è quello che è successo!”.
Lei, da scrittore e sceneggiatore, trova comprensibili questi timori?
“Sicuramente. Quando si scrive una sceneggiatura e soprattutto un racconto, ci si sente genitori dell’opera scritta e si è molto protettivi nei suoi confronti. Il timore più grande? Che il senso della storia venga stravolto, banalizzato o strumentalizzato per esigenze di botteghino. La Traves aveva proprio questa paura, dal momento che a chiederle i diritti era Walt Disney il padre dei cartoon, temeva che lo trasformasse in un cartone animato e che perciò avrebbe perso lo spessore del romanzo”.
Come mai questa volta ha preferito occuparsi esclusivamente della regia, demandando ad altri la sceneggiatura?
“In questo caso la materia prima era già fornita, il romanzo era un’ottima base da cui partire, perciò ho voluto focalizzarmi sulla regia. Se mi trovo, invece, ad essere regista di una mia sceneggiatura, tendo a separare i due aspetti: quando scrivo penso solo alla scrittura, da regista mi metto nei panni del primo spettatore del film…”.
E qual è l’aspetto migliore dell’essere regista?
“Sicuramente lavorare con attori straordinari. Attori come Tom Hanks, Emma Thompson e Colin Farrell hanno la capacità di rendere reali le immagini che scorrono nella tua mente. Emma recita con ogni parte del suo corpo. C’è più di una scena in cui inquadro i suoi piedi smaltati di rosso, colore che la Traves diceva di detestare. L’ho fatto perché Emma recita… con ogni dito! La sequenza in cui scoppia in lacrime vedendo, al cinema, la sua Mary Poppins trasformata in un film, è una straordinaria prova d’attore”.
E la parte più faticosa?
“Il primo giorno di riprese! Sai, tutti si aspettano che tu gestisca ogni cosa come un direttore d’orchestra, effettivamente è quello che deve accadere, ma la partenza è sempre dura”.
Il film è candidato all’oscar 2014 per la colonna sonora, affidata a Thomas Newman. Quanto peso ha un buon commento sonoro in un film come questo, che riprende in gran parte la genesi delle canzoni più famose di Mary Poppins?
“Nel caso di Mary Poppins, le musiche hanno avuto la stessa importanza delle immagini, chissà, forse persino di più. Per Saving Mr Banks, invece, mi sono affidato ad un brillante compositore come Newman, col quale ho lavorato più volte, affinché tessesse una partitura delicata e intensa al tempo stesso. Proprio come gli attori sanno interpretare e tradurre le emozioni richieste dalla storia sullo schermo, così fa la musica: è un attore, recita insieme al compositore per dare le sfumature giuste alla emozioni, per enfatizzare o sminuire un passaggio o rendere indimenticabile una sequenza. Nel film si assiste anche al processo di stesura della colonna sonora di Mary Poppins con i tre compositori originali: Richard M. Sherman, Robert B. Sherman, Irwin Kostal… anche in questo caso la Traves ha sempre avuto l’ultima parola”.
Lei ha anche scritto la sceneggiatura di Biancaneve e il cacciatore e di recente quella di Maleficent (rilettura della Bella Addormentata con protagonista la strega Malefica, interpretata dalla Jolie, in uscita a fine maggio). E’ attratto dalle fiabe o è un caso?
“Diciamo che è un caso, così com’è un caso che nei miei film finisca sempre per parlare di dinamiche familiari, soprattutto del rapporto tra genitori e figli”.
A proposito di genitori, lei ha un suo Mr Banks da salvare?
“Sì e no. No, perché non ho una persona in carne e ossa a cui mi riferisco. Sì, perché come tutti sono profondamente legato ai ricordi dell’infanzia: quando avevo otto anni tutto aveva una dimensione surreale, qualsiasi emozione era amplificata…. Ecco, salverei alcuni episodi di quegli anni che, ora, vedo con occhi diversi”.
Si ricorda cosa ha provato la prima volta che ha visto Mary Poppins?
“Ho visto il film più volte, ma la prima in assoluto, da bambino, ero rimasto colpito dalla magia che avvolge tutto il film. La sequenza della danza degli spazzacamini è ancora una delle mie preferite, così come la danza con i pinguini. Sono passati gli anni, ma ogni volta che lo rivedo mi emoziono allo stesso modo”.
Se adesso lei potesse saltare in quadro ed essere teletrasportato altrove, come accade in Mary Poppins, dove andrebbe?
“Oh boys, what a great question! (Suona un po’ come: ‘Mamma mia che bella domanda!’, detto però con la tipica parlata strascicata texana). Visto che oggi piove, salterei dentro un quadro di Gauguin, per ritrovarmi in una delle sue colorate spiagge polinesiane… Speriamo però che la tempera resista sotto la pioggia, altrimenti, come ritorno?”.

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