Forse, uno degli sviluppi più interessanti di Prometheus, nuovo capitolo di Ridley Scott dedicato ad Alien, è proprio la colonna sonora. Motivo? La scelta di rendere omaggio ad alcuni dei temi delle colonne sonore che hanno accompagnato i precedenti capitoli dedicati al mostro spaziale. Marc Streitenfeld (alla sua quinta collaborazione con Ridley Scott dopo A Good Year, American Gangster, Body of Lies e Robin Hood), è l’autore chiamato a siglare la maggior parte della musica scritta per il film. A Streitenfeld è stato affiancato Harry Gregson-Williams, che ha scritto solo i temi “Life” e “We Were Right“.
Per fortuna il materiale prodotto da Gregson-Williams ha un suono abbastanza simile alla musica composta da Streitenfeld, così non si sente nessuna discrepanza a livello di continuità stilistica, anzi, i due compositori sono persino riusciti a creare un nucleo musicale sorprendentemente coerente. Chi ha amato le musiche dei capitoli precedenti amerà anche queste venticinque composizioni originali. A questo proposito, vale la pena accennare al passato ‘musicale’ di Alien, nello specifico come tutto ha avuto inizio con il primo film. Alien (1979) è caratterizzato da un approccio musicale particolare, frutto della genialità del compositore americano Jerry Goldsmith, veterano delle colonne sonore, nome spesso collegato al cinema di genere fantascientifico e horror (ha curato gli score per Il pianeta delle scimmie, Il presagio, Atmosfera zero, Capricorn One, La fuga di Logan e Star Trek – il film). Goldsmith, per Alien, elabora una partitura mista, con il proposito di unire episodi musicali di sapore tardo romantico (in uno stile che si colloca idealmente a metà strada tra Debussy e Mahler), a pagine decisamente più avanguardistiche, sperimentali ed atonali. Questa seconda parte più innovativa è caratterizzata da una sofisticata ricerca timbrica: all’orchestra sinfonica di tipo classico si aggiungono strumenti inusuali, come il dispositivo elettronico chiamato echoplex (che consente di far echeggiare a lungo singoli suoni ed evoca così l’idea di ambienti enormi e dai confini indistinguibili), o rari strumenti acustici provenienti dal folclore orientale. Questo approccio musicale suggerisce con efficacia l’idea di un freddo e spaesante ambiente, un ambiente, appunto, alieno ed ostile. Per questo ed altri punti di forza, la colonna sonora di Alien è divenuta punto di riferimento di svariate partiture del genere fantascienza e horror, non venendo meno a questo ruolo nelle successive puntate della serie.
(di Barbara Zorzoli)