Dopo l’ottima edizione 2011, la legge del contrappasso. Cannes 2012 è stata povera di grandi film, i titoli più attesi hanno avuto accoglienze contrastate, ma c’era comunque un pugno di autori in grado di soddisfare il culto cinefilo: da Cronenberg a Bertolucci, dal vecchio Resnais all’ex-giovane Carax. Qualche film è già uscito nelle sale, molti arriveranno nelle prossime settimane.
Cominciamo da loro.
HANEKE
Ha vinto la Palma d’oro con Amour, gelida e calcolatissima cronaca della morte al lavoro attraverso i corpi di due miti della stagione Nouvelle Vague: Emmanuelle Riva e Jean-Louis Trintignant. Perfida metafora?
Grandi consensi: per qualcuno astutamente inseguiti.
VINTENBERG
In The Hunt – La caccia, il nipotino del Dogma racconta l’incubo di un maestro incastrato da un’accusa di pedofilia: un micidiale marchingegno narrativo attorno all’idea di manipolazione e di conformismo, costruito per intrappolare lo spettatore come la cavia di un laboratorio.
CHRISTIAN MUNGIU
Il regista che vinse la Palma d’oro con 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni prova con Oltre le colline ad uscire dai cliché del nuovo-cinema-romeno, attraverso una storia d’amour fou tra due ragazze in un monastero.
KIAROSTAMI
Trasferta giapponese con Qualcuno da amare: un vecchio professore, una escort, un fidanzato geloso… Lontano dall’Iran, Kiarostami rischia le trappole del turismo d’autore, ma sa sempre teorizzare con leggerezza.
KEN LOACH
Truffe e sberleffi al whisky scozzese per Lo spirito degli angeli, favola sociale sui reietti del mondo. Tutto molto leggero, ma Ken Loach si diverte e il pubblico pure.
AUDIARD
Il regista del Profeta tenta con Un sapore di ruggine ed ossa la carta del melò, raccontando il rapporto tra un uomo senza legami e una ragazza senza gambe. Il corpo, l’etica, i sentimenti…Bollente sulla carta, più tiepido sullo schermo; con Marion Cotillard.
PABLO LARRAIN
Il regista cileno conclude la trilogia cominciata con Tony Manero e Post Mortem: stavolta il titolo è No, ed il protagonista è un giovane pubblicitario impegnato nel referendum del 1988 sulla riconferma di Pinochet.
LAWLESS
Avventure di bootleggers nell’America degli anni ’20, coi fabbricanti clandestini di alcolici in lotta quotidiana contro sceriffi e poliziotti. Da John Hillcoat (The Road), con personaggi da antico cinema bigger than life.
JEFF NICHOLS
E’ il nuovo (o quasi) regista americano del momento, l’autore di Take Shelter che in Mud ci racconta la storia di formazione di un ragazzino: alle prese con un assassino in fuga, con problemi in famiglia, con le prime ragazze, e insomma con l’ingresso nel mondo degli adulti. Molto alla Mark Twain, s’è detto: snobbato dalla giuria, venerato (per ora) dai festivalieri.
RESNAIS
A novant’anni, torna con Vous n’avez encore rien vu ai suoi temi prediletti: un gruppo di attori si riunisce per una versione dell’Euridice, le varie interpretazioni si intrecciano, e il film riflette su cinema e teatro, vita e morte, amore e tempo. Raffinatissimo, manco a dirlo.
GANGS OF WASSEYPOUR
Uno dei pochi eventi di Cannes 2012: un’immersione di sei ore in una delirante epopea gangsteristica indiana, una sorta di Padrino condotto a ritmo vorticoso, tra sangue, passioni, musica, azione. Incandescente.
PARADISE: LIEBE
Donna austriaca sovrappeso va in Africa per turismo sessuale, tra asprezze e moralismi: dal regista viennese Ulrich Seidl, abbonato ai festival, quasi sconosciuto in Italia.
IN THE FOG
Sergej Loniztsa ci racconta una cupa storia di guerra partigiana ambientata tra monti e neve: il regista ucraino si conferma uno degli autori in crescita del momento, ma fatica ad uscire nelle nostre sale.
DOPO LA BATTAGLIA
Poteva mancare un film sulle “primavere” arabe? Da Yousri Nasrallah, ex-collaboratore
di Chahine, un film su piazza Tahrir. Tra idealismi e contraddizioni: arriverà in Italia?
Per la cronaca.
Il referendum tra critici internazionali (Screen International) ha visto al primo posto Amour, al secondo Oltre le colline, al terzo The Hunt, In the Fog, Killing Them Softly, Un sapore di ruggine e ossa.
Per il referendum di Le film français, primo Amour, secondo Un sapore di ruggine e ossa, terzo Vous n’avez encore rien vu.
(di Renato Venturelli)