Secondo capitolo dedicato a Sherlock Holmes. Stesso regista, Guy Ritchie, stessi interpreti, Robert Downey Jr. e Jude Law, stesso compositore, Hans Zimmer, che per questo sequel, ha ripercorso la vecchia via, ma lo ha fatto spingendo la musica al suo estremo. Andando dritti al sodo, questo è il caso in cui una colonna sonora si trasforma in una scusa per dare libero sfogo allo sfrenato divertimento del compositore.
Beninteso, divertirsi lavorando non è certo un male, ma duole riscontrare la totale mancanza dello sviluppo di nuovi motivi nell’intera partitura. La musica, infatti, si limita in gran parte ad espandere il leitmotiv del capitolo precedente. Nonostante sia entrata una nuova porzione musicale che potremmo definire zingaresca, con tanto di fisarmonica, banjo, cembalo e violino, questa colonna sonora ha poca personalità e non ha una direzione narrativa, in più, manca una coesione strumentale e la parte orchestrale della partitura è stanca e ridondante.
Ma allora, c’è qualcosa da salvare? Sì. Le registrazioni degli artisti slovacchi sono, sotto molti aspetti, ammirevoli. Questa accuratezza va ricollegata al fatto che Zimmer sia così stregato dal suono gitano da basarsi quasi esclusivamente su di esso (ed ecco l’errore), e si limiti ad alternarlo qua e là con la reprise di temi già utilizzati. Comprartelo sole se siete stati in Slovacchia e ne avete amato la tradizionale musica gitana.