I Puffi


puffiCreati nel 1958 da Pierre Culliford detto Peyo (in collaborazione con Yvan Delporte), i Puffi hanno incantato intere generazioni ed hanno invaso il nostro mondo, impossessandosi deliberatamente delle nostre case (chi non ha mai posseduto o per lo meno visto un Puffo giocattolo alzi la mano), sconfinando tra la pagine dei fumetti, sbarcando al cinema (con il lungo metraggio Il flauto a sei Puffi del 1976 ), imperando alla tv (grazie alla serie di cartoni animati prodotti da Hanna-Barbera, da noi giunta nel 1982). Questo film, però, non ha la genuinità di un tempo. Idem per il commento sonoro. Già, chi si aspettava uno score in linea con la maggior parte delle sigle della serie animata (cantate da Cristina D’Avena), rimarrà deluso. A dare il colpo di grazia alla piccole creature blu non è stato lo storico nemico Gargamella, o il traffico di Manhattan (dove è ambientata questa loro avventura), ma il compositore Heitor Pereira. Come? Con una parodia della ‘musica per bambini’ che si sforza costantemente di raggiungere la destrezza orchestrale dell’umorismo che ne è l’essenza. Tematicamente I Puffi è una colonna sonora coesa, ma le idee su cui si regge sono piuttosto deboli nella loro enunciazione e quindi non proprio memorabili. Alcuni temi hanno un discreto impatto musicale, ma la strumentazione è troppo delicata per far loro prendere il volo. Anche nei brevi spunti maestosi la musica è sorprendentemente superficiale e semplicistica tanto che, alla fine, i 36 brani che compongono il CD (per oltre un’ora di durata) sembrano tutti simili. I colori ci sono, manca la forma, quella che fa di uno score un notevole lavoro orchestrale.

(di Barbara Zorzoli)

Postato in Numero 95, Percorsi sonori.

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