Lung Neaw visits his neighbours – Venezia 68


Lung Neaw LocandinaIl lido ci porta in Thailandia a scoprire una natura quasi incontaminata in cui i lenti ritmi di vita risultano una valida alternativa alla civiltà occidentale.

Alla 68esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia per la sezione Orizzonti è stato proiettato il documentario dell’artista e regista argentino Rirkrit Tiravanija Lung Neaw Visits His Neighbours, ambientato in Thailandia.

Per molti aspetti l’opera in questione può essere considerata come il tipico “film da festival”: provenienza orientale; andatura lenta, anzi lentissima, con lunghe inquadrature a camera fissa; pochissimi dialoghi; bassa possibilità di distribuzione internazionale.

L’autore, infatti, segue in maniera sobria e meditata la vita quotidiana del contadino thailandese Lung Neaw, partendo dal mercato in cui si svaga, proseguendo per le terre su cui coltiva il riso, passando per il tempio in cui prega, filmando gli incontri con parenti e vicini, per poi ritornare al mercato, percorrendo così una traiettoria circolare, la quale può essere paragonata al ciclo della vita stessa.

La particolarità del film sta però in altri due elementi: la lentezza del ritmo e una narrazione suddivisa in quattro capitoli.

Il primo elemento è fondamentale perché fa immedesimare il pubblico nella quotidianità di Lung, una quotidianità scandita da tempi lunghi e morti, una quotidianità in cui il tempo sembra dilatarsi per lasciar spazio alla meditazione e alla cura per il dettaglio, permettendo così al protagonista di vivere le proprie giornate con una serenità d’animo che nel mondo odierno sembra ormai dimenticata.

La struttura in quattro “episodi” risulta importante non tanto per la diversità formale e di contenuti tra questi (la pellicola è anzi piuttosto omogenea), quanto per i titoli dati alle varie sezioni: “Questa società è morta”; “Più coraggio meno petrolio”; “Senza fuoco niente cenere”; “Domani è un altro giorno”.

Tali titoli, specialmente i primi due, contribuiscono a trasmettere il messaggio politico ed ecologico del film: una sorta di atto d’accusa contro la civiltà moderna e occidentale, contro i suoi modelli di vita, che secondo il protagonista e l’autore distruggono l’ambiente e compromettono il rapporto uomo/natura. Tutto ciò è reso esplicito nel dialogo più importante della pellicola, quello tra il contadino e un monaco buddista, in cui si criticano appunto le devastazioni delle foreste e le costruzioni di nuovi edifici.

In tal senso, anche il ritmo lento descritto precedentemente può essere letto in chiave antimodernista come un omaggio ad una vita più silenziosa, riflessiva e a maggiore contatto con la natura, in contrasto quindi con la vita rumorosa e stressante dell’occidente.

Allo stesso tempo, però, il regista non estremizza tali elementi e concetti. Infatti, Rirkrit Tiravanija non rinuncia a mostrare il protagonista che usa qualche oggetto moderno, come ad esempio una radio.

Inoltre, non è un caso che l’autore decida alla fine del film di rendere esplicita la presenza della macchina da presa: in uno degli ultimi dialoghi Lung Neaw comunica al proprio interlocutore che si sta facendo un documentario su di lui e sulla sua vita e che il regista spera di poter far sbarcare il film oltre i confini thailandesi.

Quindi la modernità entra sì in scena, ma non in forma distruttiva o antagonista alla società contemplativa della campagna thailandese, quanto piuttosto come produttrice di arte e momenti di relax (la radio che trasmette musica), nonché come mezzo, in tal caso il cinema, per riprendere e documentare in modo creativo ma non invasivo un certo tipo di realtà.

Si può inoltre osservare che il regista erige Lung Neaw a modello di una civiltà alternativa alla nostra, dimostrando ancora una volta come nel cinema, ma anche in altre forme di comunicazione, il singolo caso possa rappresentare il tutto, o almeno una buona parte di esso.

In ogni caso la scelta di filmare Lung è davvero azzeccata, in quanto poche volte si è visto un volto così espressivo e particolare.

Così, Lung Neaw Visits His Neighbours, oltre a filmare delle bellissime e suggestive immagini, trasmette allo spettatore diversi spunti di riflessione sulla vita, sui diversi modelli di società e sulla funzione stessa dell’arte, del cinema specialmente.

In conclusione, le due ore e mezzo di durata risultano certamente estenuanti e probabilmente eccessive, ma comunque ricche e interessanti.

(di Juri Saitta)

Lung Neaw Visits His Neighbours
Titolo in italiano: Lung Neaw visita i suoi vicini
Regia:Rirkrit Tiravanija
Paese:Thailandia
Genere:Documentario
Durata:149 minuti circa

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