Corti ma belli

L'altra metàDistribuiti anche quest’anno i migliori cortometraggi secondo la Federazione Italiana Cinema d’Essai.
Sei corti scelti tra i migliori della stagione italiana, selezionati e poi proposti alle sale d’essai per essere proiettati sul grande
schermo. Arriva anche quest’anno “Cortometraggi che passione”, la rassegna organizzata dalla Federazione Italiana Cinema d’Essai e posta in distribuzione a partire da febbraio. Tra i titoli scelti, spicca innanzitutto Passing Time di Laura Bispuri, vale a dire il vincitore del David di Donatello 2010: una storia ambientata in una vecchia fattoria del Salento, dove una ragazza si prepara al funerale dell’amatissimo nonno, ribellandosi al conformismo della sua famiglia e a quello che viene definito “il teatrino del dolore” con i suoi ruoli precostituiti.

Anche L’altra metà di Pippo Mezzapesa è ambientato nel Salento, dove una donna scappa dalla casa di riposo in cui è confinata per andare al matrimonio della nipote che le è stato vietato per motivi di salute, e durante il viaggio trova modo di iniziare una relazione con un suo coetaneo: protagonisti, Piera Degli Esposti e Cosimo Cinieri.

Grande interesse c’è anche per Come un soffio, diretto dalla Michela Cescon di Primo amore e interpretato da un’accoppiata di star italiane come Valeria Golino ed Alessio Boni: tratto dal racconto di Linda Ferri “La conversazione”, è un film tutto finezze di dialoghi e di recitazione, attorno all’incontro tra una hostess e un uomo che sembra volerla importunare nella sua stanza l’albergo. La stessa Michela Cescon compare invece come attrice inTV di Andrea Zaccariello, basato sull’incontro tra un uomo di mezz’età pesantemente indebitato e l’impiegata disillusa dell’agenzia di recupero crediti che dovrebbe essere la sua definitiva
carnefice.

La presenza di attori famosi è del resto sempre più frequente in una produzione di corti sempre più ambiziosi. In Autovelox di Gianluca Ansarelli troviamo ad esempio Nicola Vaporidis, alle prese con una storia dal ritmo serrato: al centro, un giovane che passa ad altissima velocità presso un autovelox e cerca di evitare il ritiro della patente fingendosi malato e facendosi ricoverare presso un vicino Pronto Soccorso. Un bambino è invece il protagonista di Mille giorni di Vito, film di Elisabetta Pandimiglio, prodotto da Luca Arcopinto e dedicato a un bambino che ha vissuto i suoi primi mille giorni all’interno del carcere in cui era rinchiusa sua madre: una volta che esce, catapultato improvvisamente nel mondo all’età di tre anni, sarà inevitabilmente
segnato da quell’esperienza.

Postato in Liguria d'essai, Numero 92.

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