Bastardi senza gloria

Per una volta almeno ai genovesi è sembrato di vivere in una vera città europea con un film (diciamolo subito: un grande film!) che esce contemporaneamente doppiato e nella versione originale con i sottotitoli. Complimenti quindi alla distribuzione e all’esercizio genovese, tanto più perché Inglourious Basterds è proprio una di quelle pellicole nelle quali è assolutamente impossibile separare ciò che si vede da ciò che si ascolta, come del resto anche la forma dal contenuto. Quella di Tarantino è un’opera estrema e assoluta, insieme possente e folle come solo possono esserlo quelle degli animi artisti dalla divinità di uno specifico talento.

Si può odiare il modo “unpolitically correct” con cui Inglourious Basterds manipola l’oggettività dei fatti e falsifica la Storia, ma proprio come Salieri quando ascoltava Mozart, non si può che uscire sbalorditi, commossi e trasformati dal rapporto con un simile film. Cinema puro che rinvia solo a se stesso. Ma anche cinema che rende felici, perché sa consegnarci un mondo verosimile, drammaturgicamente coerente e linguisticamente perfetto, in cui la sapienza del montaggio, la straordinaria abilità a dirigere gli attori, l’essenzialità dei dialoghi e la grande cura narrativa di ogni dettaglio concorrono alla composizione di uno spettacolo che inchioda sulla poltrona per tutte le due ore e mezza della sua durata, e alla fine ci si sorprende che sia già finito.

Costruito in cinque capitoli nel corso dei quali s’intrecciano quattro lingue (inglese, francese, tedesco e italiano) con tutte le loro molteplici variazioni lessicali e tonali a seconda della formazione cultuale e dell’origine etnica del personaggio che le pronuncia, Inglourious Basterds racconta due vendette parallele – quella di una ragazza ebrea sfuggita allo sterminio della sua famiglia e quella di un plotone di ebrei americani che si aggirano per la Francia uccidendo e scotennando i nazisti – destinate a convergere e a intrecciarsi nella sala cinematografica che la ragazza ha ereditato a Parigi e dove Goebbels ha organizzato la proiezione privata di un film (una specie di Sergente York alla tedesca) cui partecipa il Fűhrer in persona. Quale migliore occasione per un attentato? Ma ciò che conta in tutti i film di Tarantino, questo compreso, non è mai la trama, quanto piuttosto la forma attraverso la quale questa si concretizza, concedendosi anche il lusso di molte divagazioni ora farsesche (le scene con personaggi storici quali Churchill o Hitler), ora esplicitamente di “genere” (le gesta del plotone di “bastardi”), ma consegnando allo schermo il meglio di sé nelle sequenze in cui i personaggi siedono intorno a un tavolo in un clima di crescente tensione, quali la prima in cui “il cacciatore di ebrei” (bravissimo Christoph Waltz) gioca a “falco e topo” con un contadino alsaziano che nasconde sotto l’impiantito della sua misera casa una famiglia semita, e tutta quella che si svolge nella claustrofobica taverna dove i “bastardi”, travestiti da soldati della Wehrmacht, stanno preparando il piano dell’attentato con la complicità di una diva del cinema tedesco (Diane Kruger).

Ironia, tensione, sapiente uso delle inquadrature e del montaggio, comicità e violenza: questo è il cinema secondo Tarantino. Impossibile separare il lavoro dell’autore da quello del regista di “genere”, il classico dal (post)moderno; perché quello che trionfa sullo schermo è di fatto solo il cinema. Finalmente!

Bastardi senza gloria
(Inglourious Basterds, Usa, 2009)
Regia e sceneggiatura: Quentin Tarantino
Fotografia: Robert Richardson
Musica: Mary Ramos
Scenografia: David Wasco
Costumi: Anna B. Sheppard Boyle
Montaggio: Sally Menke
Interpreti: Brad Pitt (Aldo Raine), Mélanie Laurent (Shosanna Dreyfus), Christoph Waltz (colonnello Hans Landa), Eli Roth (Donny Donowitz), Michael Fassbender (Archie Hicox), Diane Kruger (Bridget von Hammersmark), Daniel Brűhl (Fredrick Zoller), Til Schweiger (Hugo Stiglitz), Gedeon Burkhard (Wilhelm Wicki), Sylvester Groth (Joseph Goebbels), Martin Wuttke (Adolf Hitler).
Distribuzione: Universal Pictures
Durata: due ore e 33 minuti 

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