Signore & Signoris


di Antonella Pina
I mille volti di Carla Signoris: dai Broncoviz ai film, adesso anche scrittrice.

CARLA SIGNORIS LAVORA PER IL TEATRO, PER LA TELEVISIONE E PER IL CINEMA. Ha sposato Maurizio Crozza, ha due figli  e da alcuni anni è anche una scrittrice di successo. La sua avventura nel mondo dello spettacolo ha avuto inizio alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile, a Genova, la città in cui è nata e che non ha mai voluto lasciare nonostante il mestiere di attrice le suggerisse di vivere altrove, “perché Genova è una città bellissima, anche oggi, anche quando piove, e io la amo disperatamente”.

Quindi tutto è cominciato a Genova, con il Teatro Stabile.

Sì, essendo genovese l’inizio a Genova è stato un approdo naturale e molto fortunato perché il Teatro Stabile è uno dei teatri più importanti d’Italia, con un’ottima scuola di recitazione. Quando ho iniziato – parlo di trent’anni fa – era una scuola che ti dava la possibilità di andare in palcoscenico e di andarci insieme a grandi attori, a personaggi di grande spessore, ti consentiva di respirare fin da subito l’aria del teatro. Non poteva esserci un migliore inizio. Gli insegnanti erano Egisto Marcucci, il Gruppo della Rocca, Marcello Bartoli. Tutto il gruppo di attori con cui ho lavorato viene dalla Scuola dello Stabile. Cesena, Pirovano e Gallione hanno frequentato nel mio stesso anno, Dighero e Crozza due anni dopo. E’ stata un’esperienza fondamentale per poter partire con il piede giusto. Ho avuto la mia prima grande esperienza nell’ 80, La bocca del lupo, con la regia di Marco Sciaccaluga, anche lui era molto giovane. C’era una strepitosa Lina Volonghi. Con Elio Petri ho fatto L’orologio americano. E’ stato un privilegio lavorare con lui. Tra noi non c’era amicizia perché ero troppo giovane per questo, ma molta simpatia. Indirizzò a me la cartolina che scrisse per salutare il gruppo di attori al termine del lavoro. La conservo ancora.

Dopo lo Stabile il Teatro dell’Archivolto.

L’esperienza con l’Archivolto è nata con Gallione e con il gruppo di attori con cui ho lavorato per molti anni: Cesena, Crozza, Dighero e Pirovano. Ci siamo inventati un progetto totalmente nostro. E’ stata una scommessa: abbiamo giocato la carta ed è andata bene. L’esperienza archivoltina è durata circa quindici anni, poi le nostre strade si sono divise. Noi, il gruppo di attori, abbiamo fondato i Broncoviz e abbiamo iniziato a lavorare per la televisione. La nostra prima esperienza televisiva è stata Avanzi. Erano gli anni ‘90. Parallelamente facevamo anche teatro e dico teatro, non cabaret, come alcuni scrivono. Nessuno di noi ha mai fatto cabaret. Neppure Crozza! Non sarebbe stato male. Mi piacerebbe poter dire: ho fatto anche cabaret. Purtroppo però non è vero, è un’esperienza che manca.

Com’è stato approdare in televisione?

E’ stato naturale, perché un attore, secondo me, deve essere versatile. Sono mestieri diversi: la televisione è diversa dal teatro ed è diversa dal cinema, ma sei sempre un attore, devi sempre fingere di essere altro da te. Devi riuscire a fare tutto per poi, eventualmente, scegliere.

Avendo provato tutto, lei oggi cosa sceglierebbe?

Tutto. A me piace questo mestiere. Ora non faccio teatro perché ho una famiglia, ho due ragazzi adolescenti e preferisco non essere assente per lunghi periodi. Il teatro richiede troppo impegno, è un’esperienza totalizzante. Il cinema riesco a gestirlo con più facilità, può essere molto impegnativo, ma per periodi più brevi. In futuro chissà, con Gallione a volte ne parliamo. Gallione è un regista di cui mi fido.

La prima esperienza cinematografica è stata Peggio di così si muore.

Sì, con il mio gruppo, i Broncoviz, che dal teatro si era spostato alla televisione e poi al cinema. La sceneggiatura era di Cesena e Dighero, la regia di Cesena, io Crozza e Pirovano i protagonisti. Era una produzione familiare. Credo sia un film delizioso anche se forse non era stato molto apprezzato. Ricordo di essermi divertita, il personaggio era scritto su di me: Anna ero io e divento un’assassina, mio malgrado.

Ci sono altri suoi film che ricorda con piacere?

La bruttina stagionata di Anna Di Francisca e tra quelli più recenti Ex di Brizzi e Happy Family di Salvatores. Mi è piaciuto molto farli e poi mi è piaciuto guardarli, come semplice spettatrice. Stiamo aspettando l’uscita di Allacciare le cinture di Ozpetek, a febbraio. Dovrebbe uscire anche il Leone nel basilico di Pompucci, ma non so ancora quando. Comunque il film migliore è sempre quello che devi ancora fare.

Ha girato anche il video di Noemi, Vuoto a perdere.

Sì è stata un’esperienza molto carina, tra l’altro la bambina che si vede nel video con i genitori sono io da piccola. E poi negli ultimi anni ho iniziato a scrivere. Ho scritto due libri, Ho sposato un deficiente e Meglio vedove che male accompagnate. Stanno andando molto bene e a me scrivere piace molto, anche se è un po’ faticoso. Era diventata una cosa necessaria, avevo bisogno di un’espressione nuova per la mia creatività.

Lei va al cinema?

Spessissimo. Mi piace uscire da casa per andare a vedere un film, mi piace chiudermi in una sala buia insieme ad altre persone. Se poi il film è bello esco felice, anche se mi ha fatto piangere molto.

Se questa sera andasse al cinema e dovesse scegliere tra American Hustle, The Butler e Molière in bicicletta cosa andrebbe a vedere?

Forse Molière in bicicletta. In Francia stanno facendo film piuttosto belli. Ricordo con un piacere particolare La crisi! di Coline Serreau e tra le cose più recenti mi è piaciuto davvero molto Quasi amici. Amo anche la cinematografia inglese: Full Monty o Svegliati Ned sono piccoli film ma con grandi idee e con la capacità di raccontare mondi. Un film che mi ha veramente emozionata è stato Le onde del destino di Lars von Trier. Mi aveva sconvolta, sono rimasta scombussolata per una settimana. Era un film talmente duro, con un linguaggio così nuovo. Non è il cinema che amo però mi aveva folgorata. True Lies di Cameron con Arnold Schwarzenegger e Jamie Lee Curtis era un bel film. Lo ricorda? Una storia incredibile! E poi I soliti sospetti. Ma tra quelli più recenti c’è un capolavoro: Django! Lo avrò visto ormai dieci volte con i miei figli e mio marito. Non ci stanchiamo mai.

Solo Django Unchained o tutto Tarantino?

Tutto Tarantino, Django il doppio. Anche Bastardi senza gloria è bellissimo.

Tarantino ha molti detrattori. Dicono che in realtà non abbia niente di nuovo da dire.

Dopo la tragedia greca nessuno ha storie nuove da raccontare, ma ci sono modi nuovi per raccontarle e Tarantino ha trovato il suo. Beato lui!

Quali sono i registi da cui le piacerebbe essere diretta?

Ce ne sono molti. Tra i registi del passato direi Monicelli, De Sica, Risi, Petri.  Nel presente Woody Allen.

In effetti la vedrei bene in un film di Woody Allen.

Sì, mi ci vedrei bene anch’io. E chi non ci si vedrebbe?

 

Postato in Attori, Numero 100.

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