Il cinema in una stanza


di Massimo Marchelli.
A Palazzo Ducale di Genova, ogni mese si parla delle novità in prima visione
e di storia del cinema. A cura del Gruppo Ligure Critici Cinematografici.

Si dice 2001 si intendono soprattutto due cose: l’11 settembre newyorkese e il g8 genovese. fatti importanti, soprattutto per le città in cui hanno avuto luogo, per le inquietanti, dolorose e non dimenticabili conseguenze. Eppure, tra gli eventi della microstoria, ce ne è stato anche un altro, ancora a Genova, clamoroso nell’immediato e con conseguenze fino ad oggi, insomma la Stanza del cinema.
Dove stava il clamore che dal nulla un lunedì di gennaio richiamò a Palazzo Ducale una folla che la Società Ligure di Storia Patria non riuscì a contenere? C’erano divi, registi o comunque celebrità varie? Niente di tutto questo, solo dei critici cinematografici che in epoca di comunicazione tecnologica dalla diffusione universale si mettevano fisicamente davanti a spettatori-ascoltatori in carne ed ossa a dire, nel più effimero dei modi, di film e di cinema. L’idea, banale e geniale al tempo stesso, venne avviata dall’allora presidente di Palazzo Ducale, Arnaldo Bagnasco, e da un “senatore” del Gruppo Ligure Critici Cinematografici, Claudio G. Fava.
Col piglio suo tipico, Bagnasco arringò i molti presenti sulla ragion d’essere della Stanza, e cioè l’esercizio di una critica orale che andasse a integrare le ormai rare recensioni sulla carta stampata; e Fava, da parte sua, si impegnava a fare il moderatore dei colleghi, di fatto un po’ cerimoniere, un po’ regista, un po’ redattore capo, nonché autore di quegli interventi estemporanei che gli garantiscono l’apprezzamento del pubblico.
Ecco, il pubblico. Col tempo si è sdoppiato su due appuntamenti: il secondo lunedì di ogni mese, infatti, un solo critico a turno intrattiene, anche con proiezioni, i più fedeli degli spettatori. Gli argomenti affrontati sono i più disparati, da quelli accanitamente cinefili con l’inesauribile indagine sui perché e percome del cinema a quelli sui film e sui rapporti che questi di volta in volta stabiliscono con la realtà. Le diverse anime dei componenti del Gruppo Critici riflettono anche le diverse generazioni e l’età ormai ragguardevole della Stanza certifica ricchezza umana e culturale, così come la certifica il benvenuto a nuovi soci e il doloroso saluto a chi ci ha lasciato, al non dimenticato Mauro Manciotti, e allo stesso Arnaldo Bagnasco che la Stanza la tenne autorevolmente a battesimo.
La sopravvivenza dei due appuntamenti mensili – grazie anche alle divergenze d’opinione che talvolta emergono tra i relatori e tra questi e il pubblico – è infine garanzia di espressione di voci che i tempi sembrano se non proprio soffocare certo trascurare. Insomma, le ragioni originarie della Stanza del cinema sono più che mai attuali, tanto che la triangolazione tra Gruppo Critici, Palazzo Ducale e Società Ligure di Storia Patria ha aggiunto un altro vertice. A curare le proiezioni del secondo lunedì è infatti sopraggiunto il Cineclub Fotovideo, gli ex cineamatori, cioè il più antico soggetto (sta per celebrare i 50 anni) con il Gruppo Ligure Critici (ne ha appena compiuto 30) che ha al centro della sua attenzione il cinema.

Massimo Marchelli

Postato in Manifestazioni, Numero 100.

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