Archivi d’immagine


di Claudio Bertieri.
Famosa per i suoi archivi letterari, la Fondazione Novaro di Genova ha anche una ricchissima sezione dedicata al cinema.

Il progetto di massima era stato approvato, le ricerche dei materiali erano iniziate, il grafico stava studiando impaginazione e visualità. Si era ormai a metà strada avanzata nella realizzazione del volume destinato a concludere una quadrilogia dell’immaginario suggerito dall’automobile. I capitoli del prossimo Showcar si prefiggevano appunto di condensare la presenza protagonistica delle quattro ruote sullo schermo, e pure in altri settori del trattenimento, dopo che era toccato ai comics (Comicar, 1975), alla grafica -illustrazioni, manifesti, inserzioni- (Graphicar, 1976) e all’humour (Humourcar, 1977) di raccontare la presenza dell’auto nei rispettivi versanti narrativi.
Si trattava di un’iniziativa editoriale della Fiat, cui mi ero dedicato come coordinatore della ricerca e autore dei testi, pensata quale “strenna” di fine d’anno per il mercato internazionale dell’azienda torinese. Quando non si era ormai troppo lontani dalla messa in pagina giunse però un alt inatteso. Un improvviso cambio di politica promozionale imponeva l’interruzione del lavoro. Fu così che i miei “Archivi d’Immagine” (donati anni più tardi alla Fondazione Mario Novaro) si incrementarono con il sostanzioso apporto di fotografie -in bianco/nero o a colori- di ogni tipo di film automobilistico: dalle comiche slapstick di Sennett agli ansiosi Le Mans e congeneri.
Eravamo nel 1978, e l’ingresso di questo prezioso materiale (non soltanto costituito da fotografie) veniva in qualche modo a mitigare -se possibile- il rimpianto per quanto la alluvione genovese di otto anni prima si era portata via dalla mia cantina, frammischiando fango al carburante fuoriuscito dalla centrale termica adiacente alla stessa. Essendo ben localizzata -fresca d’estate e riscaldata d’inverno- vi avevo radunato i frutti di una quindicina d’anni di frequentazioni a festival, rassegne, mostre, oltre a diverse raccolte di testate umoristiche (dal «Bertoldo» al «Travaso») e cinematografiche scovate nelle offerte d’antiquariato.
Gli “angeli del fango” quasi si rifiutavano di spalare via materiali che certo li incuriosivano e li invogliavano a salvarli. Ma con la poltiglia salita ad oltre un metro e mezzo, a salvarsi furono solamente migliaia di brochures, volumetti promozionali, lussuose anticipazioni delle prossime stagioni cinematografiche. Materiali cartacei, e non soltanto, poi serviti, in stagioni più accoste, per allestire, tramite la Fondazione Novaro e Istituzioni cittadine diverse, parecchie mostre: “Mario Soldati: tra pagine e schermi” (1990), “Silenzio, si disegna! – Da Fellini a Scola” (1993), “Il Cinema di carta” (1996), “Futuri senza libertà” (1997), “Cinematographica” (2009). Per ricordarne solo alcune.
Naturalmente, per queste iniziative ed altre, realizzate per esempio per le “personali” di attori, a completare le iniziative del Festival Teatrale di Borgio Verezzi, o per la Mostra Internazionale FilmVideo di Montecatini, si è dovuto attingere a quelle sezioni che gli “Archivi” destinano a materiali cartacei particolari: manifesti, locandine, buste foto, cartoline pubblicitarie, schede promozionali. Una mole di singoli pezzi per i quali la Fondazione -al pari di quanto è stato fatto per le fotografie riguardanti lungometraggi, documentari, disegni animati, cortometraggi (nell’insieme un trentamila esemplari)- ha provveduto alla catalogazione informatizzata.
Circa le “personali” cui sopra ho accennato, non posso certo ignorare il generoso contributo recato agli “Archivi” da Gianfranco Angelucci, il quale, una volta deciso di chiudere la propria agenzia giornalistica “Triumpho”, attiva per più anni in Spagna, scelse di donarmi buona parte degli archivi fotografici messi assieme nelle tante stagioni in cui aveva operato a Cinecittà. In tal senso, s’è andata costituendo una nuova sezione degli “Archivi” costituita da una cospicua massa di immagini riprese “fuori set”, di formato quanto mai vario.
Frutto di specifici servizi fotografici, realizzati negli ambienti più diversi -dalla campagna romana alle abitazioni private delle protagoniste-, questi “book” riguardano ovviamente le dive più popolari del tempo: dalla Lollo alla Mangano, dalla Loren alla Lualdi. Ad ogni buon conto, a queste immagini “non di scena” si aggiungono quelle radunate parecchi anni addietro quando compilai due antologie in fotogrammi di Totò, della Loren e di De Sica realizzate per gli “Incontri” di Sorrento.
Nella mappa degli “Archivi” c’è anche spazio per una sezione poco frequentata: quella del cinema sportivo, coinvolgendovi film di ambiente agonistico o biopic di celebrità di stadi e ring, di piste o piscine. Un comparto della narrativa in sequenze che per anni ha avuto il suo punto di riferimento nello “SportFilmFestival” di Palermo, manifestazione internazionale di cui sono stato il direttore culturale per tutte le sue edizioni.
Da questa esperienza e dai materiali radunati nelle stagioni in cui è vissuto l’incontro annuale s’è andato così costituendo un “corpus” di immagini e di aggregati promozionali davvero consistente, e pressoché non italiano. Da qui lo spunto per allestire alcune mostre e per mettere assieme il ricco apparato fotografico che accompagna le pagine dei miei Assi & Divi – Divi & Assi (1982), I miti incrociati – Sport & Spettacolo negli Usa (1984), e dei quattro volumi del Filmario dello Sport (1988-1991) firmati assieme a Ugo Casiraghi.
Insomma, “Archivi d’Immagine” puntati dunque a 360° sul cinema, con però una appendice collezionistica: i quattro album che riuniscono francobolli, foglietti, buste “primo giorno”, cartoline commemorative, dedicati a registi, film, attori, disegni animati, festival. Oltre cent’anni di movies in filigrana.

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