Anime giapponesi


Da AstroBoy alla Città incantata, centinaia di rodovetri originali in mostra. Compresi quelli di Marco, il film Miyazaki con gli sfondi genovesi.

Ufo Robot GoldrakeOLTRE SEICENTO DISEGNI, 180 tra serie televisive e film, centinaia di autori testimoniati dai loro lavori più famosi…
Inizia a dicembre all’Accademia Ligustica di Genova Animeide – Il viaggio per la creazione dell’anime, una mostra tutta dedicata all’animazione giapponese e composta da una sterminata raccolta di rodovetri originali, in grado di raccontare passo passo la lavorazione di quegli anime che hanno formato intere generazioni di ragazzi dalla fine degli anni Settanta a oggi.

Sono ormai lontani i tempi in cui maestri, genitori, psicologi ed esperti del cinema d’animazione parlavano con paura dei “cartoni giapponesi” trasmessi dalle tv, strani oggetti di cui gli adulti non riuscivano ad acchiappare l’estetica ma che entusiasmavano gli spettatori più giovani di tutto il mondo. Ormai i loro autori sono riconosciuti come maestri, i ragazzi di un tempo sono diventati i critici di oggi, Miyazaki è stato scoperto anche dagli spettatori d’essai più tradizionalisti. E la mostra che apre a Genova potrà fornire una testimonianza amplissima su questo fenomeno che ha permesso con impensabile rapidità anche un incontro tra culture prima distanti: con gli spettatori occidentali che hanno cominciato a comprendere quell’universo, e i produttori giapponesi che hanno cominciato a sfornare opere ispirate a personaggi e testi dell’occidente.

Pollon combina guaiNon è un mistero che i ragazzi di oggi conoscano la mitologia greca molto più attraverso Pollon e Arion che attraverso l’Iliade e l’Odissea… Nell’allestimento della mostra, curato dalla scenografa Laura Benzi, ci sarà una parte introduttiva volta a mostrare come si arriva alla realizzazione di un anime, seguita dai diversi filoni e autori. Si vedranno esempi dei vari generi, dalla fantascienza al fantasy, dall’avventura al poliziesco, con rodovetri (cioè i disegni con figure e fondali da sovrapporre nelle diverse inquadrature) di serie come Lupin, Lady Oscar, City Hunter, Dragonball, Atlas Ufo Robot e via via quasi tutti i titoli più famosi. Compresi quelli di Marco, il film ispirato all’episodio deamicisiano Dagli Appennini alle Ande, con tutta una parte ambientata a Genova e le leggende sulla minuziosità di Miyazaki e Isao Takahata nel documentarsi su sfondi e scorci genovesi da disegnare. A parte, ci saranno poi due sezioni d’autore. Una dedicata allo Studio Ghibli, l’altra a Osamu Tetsuka, il “dio dei manga”, all’origine di molti cartoni animati: da AstroBoy a Metropolis, diretto da Rin Taro nel 2001 ispirandosi al manga di Osamusha e contrapponendo le tecniche d’animazione tradizionali alla computer graphic. Ma anche con una constatazione da parte di Antonella Barabino, alla cui collezione e alla cui passione si deve la realizzazione di questa mostra: ciò che viene documentato in Animeide appartiene a un sistema artigianale che sta ormai irrimediabilmente scomparendo, travolto e soppiantato dall’animazione digitale.

Postato nelle sezioni Liguria d'essai, Numero 90, Varie con i tag .

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