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SPAZIO CRITICO
IN COLLABORAZIONE COL GRUPPO LIGURE CRITICI CINEMATOGRAFICI
"Take Shelter", di Jeff Nichols
I LaForche sembrano una normalissima famiglia della provincia americana (siamo in Ohio) impegnata come milioni di altre a inventarsi una vita accettabile nel pieno dell'imperversare della crisi economica che sta attanagliando il mondo.
(di Furio Fossati)
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Sezione: Recensioni di Aldo Viganò
“Parasite” di Bong Joon-ho
di Aldo Viganò.
In italiano si dice “parassita” (in inglese e in francese “parasite” e in coreano – sembra di capire -“Gisaengchung”) di un «organismo animale o vegetale che vive alle spese di un altro»
“The Irishman” di Martin Scorsese
di Aldo Viganò.
Un bel carrello in avanti nel corridoio del ricovero per anziani inaugura, lento e dolente, giungendo sino al volto di Robert De Niro la lunga confessione di Frank “The Irishman” Sheeran.
“L’età giovane” di Jean-Pierre e Luc Dardenne
di Aldo Viganò.
Un grande tema per un film piccolo piccolo. Un esercizio di stile per un apologo morale.
I fratelli Dardenne raccontano
“Downton Abbey” di Michael Engler
di Aldo Viganò.
La crisi del cinema di questi primi decenni del terzo millennio passa anche attraverso l’uso invalso di sostituire la visione dei film con quella delle “serie”
“Ad Astra” di James Gray
di Aldo Viganò.
Il tema della ricerca del padre, anche al fine di tagliare definitivamente il cordone ombelicale al quale il protagonista è ancora legato, era già al centro dell’ottimo e sottovalutato “Civilttà perduta”
“C’era una volta… a Hollywood” di Quentin Tarantino
di Aldo Viganò.
La tendenza di molti critici benpensanti a dividere, in occasione dell’uscita di ogni nuovo film di Quentin Tarantino, l’effimero mondo del cinema tra “tarantiniani” e “anti-tarantiniani” potrebbe essere facilmente superata se si fosse in grado di guardare innanzitutto quello che passa sullo schermo
“Il signor Diavolo” di Pupi Avati
di Aldo Viganò.
Dalla rossa Emilia Romagna della sua gioventù (già sovente rivisitata da Pupi Avati anche in chiave horror e a ritmo di jazz), a un Veneto cupamente democristiano
“I morti non muoiono” di Jim Jarmusch
di Aldo Viganò.
Jim Jarmusch (classe 1953) prende alla lettera l’affermazione di Amleto – “Il mondo è fuori di sesto” (“The time is out of joint”) – fatta propria anche da Philip K. Dick nel titolo di un suo romanzo del 1959