41° Deauville American Film Festival – Ian McKellen e Mr. Holmes


ian mckellen di Antonella Pina.
La 41 edizione del Festival di Deauville ha reso omaggio al grande attore britannico Ian McKellen dedicandogli, come d’abitudine, una cabina lungo le planches.  L’attore ha risposto con entusiasmo all’entusiasmo del pubblico che lo attendeva lungo la spiaggia ed ha avuto una standing ovation quando nella sala del CID, parlando in francese, ha dichiarato: “Deauville è il più simpatico di tutti i festival!”

Tra i film a lui dedicati è stato presentato il suo ultimo lavoro, Mr.Holmes di Bill Condon, una coproduzione USA e UK.  McKellen, che entrerà nella storia del cinema anche per aver interpretato il mago Gandalf nel Signore degli anelli, nel film di Condon veste i panni di un altro grande personaggio della letteratura inglese: Sherlock Holmes. Holmes ha superato i novant’anni e si è ritirato in campagna, nel Sussex,  dove vive con la governante Mrs. Munro e suo figlio Roger, un bambino molto perspicace che attira l’attenzione dell’investigatore di solito indifferente verso gli esseri umani.

Sir Ian McKellen Holmes è ormai un personaggio famoso: i libri scritti dall’amico e collaboratore Watson sui casi da lui risolti vengono letti in tutto il mondo, e nei cinema proiettano film in cui un tale Basil Rathbone veste i suoi panni. Ma ora le cose sono cambiate:  l’acuta mente di Holmes è messa a dura prova dal deteriorarsi della sua memoria e solo scrivendo i nomi delle persone nei polsini della camicia riesce a non dimenticarli. Consapevole e preoccupato, prova a contrastare il degrado mangiando la pappa reale prodotta dalle sue api, le amatissime api di cui si prende cura personalmente. E’ una lotta contro il tempo. Holmes ha ancora un caso da portare a termine: cambiare la conclusione che Watson, per proteggerlo, ha voluto dare all’ultima delle sue indagini. Holmes sa che le cose sono andate in modo diverso da come l’amico le ha scritte, ma non ricorda più la vera sequenza degli eventi.   Lentamente, frammento dopo frammento, con l’aiuto del piccolo Roger, ricompone l’intera vicenda e allora può rivivere il suo terribile errore. La giovane donna che doveva sorvegliare e salvare da se stessa si suicidò. Lui, che pure aveva intuito e smascherato la sua volontà, affrontandola con la consueta acutezza della logica, non comprese la sua quieta disperazione. Nonostante lei avesse cercato di comunicargli la profonda solitudine in cui viveva, Holmes non poteva capirla:  era sempre stato solo con il suo intelletto, certo del fatto che le emozioni, perfino la paura o il desiderio della morte, fossero cose banali. Possedere una capacità logica era la sola cosa preziosa ed estremamente rara. Ma dopo quell’ultimo caso questa certezza crollò, rendendolo consapevole del suo fallimento: il grande Sherlock Holmes non era  stato capace di comprendere la fragile e meravigliosa complessità di un essere umano.

Il film di Condon, tratto dal romanzo di Mitch Culin, A Sligth Trick of the Mind uscito nel 2005, è molto illustrativo e un po’ discontinuo. Dovrà molto del suo eventuale successo alla grande interpretazione di McKellen, capace di conferire a Sherlock Holmes una certa simpatia e un po’ di umanità. Un vecchio arrogante ma non indisponente, incapace di arrendersi alla vecchiaia: un misto di orgoglio e rimpianto.

Antonella Pina

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