Bisognerebbe essere dei pazzi


di Giovanni Robbiano.
Sceneggiatore, regista, insegnante, Giovanni Robbiano ha creduto in una “scuola” genovese di cinema.

RENATO MI CHIEDE DI RACCONTARE UN PO’ LA MIA VICENDA E ANCHE MAGARI DIRE CHE COSA PENSO DI QUESTO MESTIERE, sembra un congedo visto che non ho più vent’anni, ma mi presto volentieri anche per tornare su queste pagine che ho frequentato già. Una volta avrei detto: faccio il cinema, come si usa a Roma, ora direi che mi occupo di spettacolo… tradotto significa che scrivo sceneggiature e insegno ad altri a scriverne, ne ho anche dirette alcune, anni fa. Non ho avuto molto successo come regista, non fa per me, è un mestiere stressante, che lascio ai colleghi, io preferisco scrivere e credo che il segreto di questa disciplina sia nelle mani del writer.

Ho studiato al Dams di Bologna in anni remoti e dopo ho vinto una borsa Fullbright e sono andato in America. Non avevo la valigia di cartone ma a parte la conoscenza di tanti film visti ed una notevole passione non sapevo granché. Lì ho imparato un mestiere, perché in America il cinema (e la tv) sono un mestiere, come si evince dalla qualità dei loro prodotti. Da allora ho la tendenza a guardare a quello che faccio e  spesso a quello che fanno gli altri con un po’ di distacco perfino con un po’ di presunzione, ma francamente io il mio campo lo conosco bene.

Quando sono tornato in Italia ho messo a frutto quanto avevo imparato, ho cominciato a lavorare come ghostwriter, poi a firmare le prime cose, quindi a girare il mio primo film, tutto nell’arco di pochi anni, sempre vedendo con stupore come tutto fosse precario e improbabile. Nelle mie esperienze nel mondo del cinema potrei dire, alla Roy Batty, che ho visto cose che voi umani… Ho spesso pensato di raccogliere gli episodi davvero gustosi, anche se spesso sordidi a cui ho assistito in un libro ma la gente che gestisce lo showbiz in Italia può permettersi ottimi avvocati e non ci sto a farmi querelare raccontando come stanno davvero le cose nel nostro sistema. In breve, riuscire a navigare in questa guazza è un impresa che mi dà una certa soddisfazione, sapendo dentro di me che è stato difficile ed è costato parecchie incazzature, molte delusioni, anche umane. Però, nel complesso sono ancora su piazza dopo venticinque anni di ‘sto circo, un bel numero di film fatti ed una modesta reputazione che mi permette di levarmi ancora delle soddisfazioni.

Anni fa, quindici per la precisione, proprio in questi giorni, misi su assieme ad amici  un’impresa memorabile e inedita, abbiamo prodotto e girato un film a Genova, con i nostri mezzi. Questo film è 500! Che ho firmato assieme a Lorenzo Vignolo e Matteo Zingirian, scritto con loro, Andrea Bruschi che era anche il protagonista e Riccardo Aprile, con cui più avanti ho anche scritto Hermano (c’era anche Marcello Olivieri), l’ultimo film che ho girato.

500! è stata un’avventura folle e memorabile: un gloriosissimo disastro nel senso che abbiamo perso i soldi che ci abbiamo messo e che spesso arrivavano da amici, parenti eccetera ma abbiamo fatto un’esperienza decisiva e molti di coloro che ne hanno fatto parte, anche con ruoli meno importanti lo hanno messo a frutto e ora lavorano in questo ambito non so se provando gratitudine o maledicendo il momento che mi/ci hanno conosciuto.

Io avevo iniziato ad insegnare all’università di Bologna e mi ero portato dietro un po’ di assistenti e visitatori occasionali, in più tanta gente che ancora oggi a Genova e dintorni si occupa di ripresa, montaggio e produzione a vario titolo ha fatto la sua personale gavetta in quel set sgangherato e divertente.  Penso a Bruno Desole, a Luca Massa che già era stato con me in Figurine, a Cristina Tacchino che ora è a Roma ed è un’apprezzata producer, o al grande “Peps” Giuseppe Scarpulla che ora ha la sua società ma che fece le prime esperienze di produzione con noi. Non riesco a citarli tutti…  Mi ricordo di tutti gli amici attori molti dei quali diventati grandi o grandissimi se non lo erano già, oltre ad Andrea, l’amico Massimo Olcese che giudico degno dell’Oscar nel ruolo di un killer infallibile ma sfigato, Marcello Cesena, Mao che ha composto le musiche e interpreta l’amico donnaiolo del protagonista, poi Ugo Dighero, Veronika Logan, Rocco Barbaro, Michelangelo Pulci, Alessandro Bianchi, Barbini e Bergallo, ma pure Gianna Piaz, fino a Filippo Timi (yes, lo stesso Filippo Timi), Rolando Ravello, Lella Costa e sicuramente ne dimentico alcuni, ah, certo, perfino la titanica Fernanda Pivano, o chi non c’è più come Andrea Montuschi. Non so neanche come abbiamo fatto, c’era voglia di fare, ambizione, sfrontatezza, coraggio, roba che adesso non saprei come e dove trovare e aggiungo che nel 1998 non esistevano le Canon digitali o l’hd, e si doveva girare in 16mm, che il montaggio via computer era agli albori, tutto era complicato e costoso. Intorno a quegli anni a cavallo del millennio, 500! fu girato a fine 98 ma finito a fine 2000 e proiettato in sala nel febbraio 2001, ci fu un momento in cui pensavo, io e qualche altra persona che si potesse creare un piccolo polo, una piccola realtà produttiva a Genova, tenendo conto anche dei tanti talenti che Genova ha prodotto e che se ne sono sempre andati a lavorare fuori. Come sempre la bella e amata matrigna ha frustrato questi sogni un po’ ingenuotti. Si poteva creare una piccola industria dello spettacolo in una città tanto cinica e imbelle, nella patria del maniman? No, naturalmente no. E dire che Matteo, Lorenzo, altri hanno proseguito diventando per qualche anno la terra dei videoclip low budget e lavorando con tanti tanti artisti. Oggi Lorenzo è a Roma, Andrea a Berlino, chi è rimasto si è ridimensionato, io viaggio come una trottola ad insegnare e continuo a scrivere anche per nomi prestigiosi ma un altro film a Genova? No bisognerebbe essere dei pazzi.

Postato in Numero 100, Registi.

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