A.A.A. Giovani produttori cercasi

maia workshopsPresentati a Genova i MAIA Workshops 2012, corsi formativi dedicati alla produzione audiovisiva

Al cinema italiano mancano produttori di talento. Così si dice da anni, e pochi si azzardano a negare l’evidenza. Mancano figure capaci di sostenere un film (sia esso un corto o un lungometraggio), svilupparlo e accompagnarlo passo per passo; capaci di reperire finanziamenti, scoprire storie e individuare il talento registico in quel mare di aspiranti cineasti, ricchi di buoni propositi ma poveri di mezzi, che affollano la penisola.

Il progetto MAIA perciò, sulla carta, è un’occasione da non perdere per chi desidera calarsi nei meccanismi della produzione audiovisiva. Ne è convinto Andrea Rocco, direttore della Genova-Liguria Film Commission, che non riesce a nascondere la soddisfazione per aver ottenuto, dopo una collaborazione biennale, la titolarità dell’intera iniziativa: “A livello nazionale è un unicum. Siamo i soli che formano produttori con un progetto mirato. E per di più con fondi europei.” MAIA nasce infatti nel 2006, da un’idea della fondatrice di Fabula Film Graziella Bildesheim, con il preciso scopo di creare nuove figure di produttori in tutta Europa grazie al sostegno del programma MEDIA. Un progetto a vocazione continentale, basato su tre seminari intensivi in Polonia, Lazio e Liguria, con insegnanti di varie nazionalità e l’inglese come unico collante linguistico. Ma a chi è davvero rivolto il corso? “Direi a tutti coloro i quali hanno già all’attivo una prima fase di carriera professionalizzata nell’ambito dell’audiovisivo, ma che desiderano fare il salto di qualità.” Persone motivate, quindi, con idee chiare e voglia di aprirsi all’Europa: l’identikit di molti titolari di realtà produttive presenti sul nostro territorio, da sempre in attesa della chiamata alle armi.

Sul salto di qualità insiste anche Alessandra Pastore, la coordinatrice didattica che qui a Genova ha deciso di trasferirsi per seguire i lavori: “La nostra intenzione è quella di potenziare il tessuto dei professionisti. Vogliamo fare il salto sull’internazionale, creando produttori in grado di relazionarsi con i partner europei attraverso una rete di conoscenza e collaborazioni.” Nulla però è garantito, sia chiaro; l’industria è spietata e non basta certo schioccare le dita o masticare una lingua straniera per mettere in piedi un set. “Ognuno è padrone della propria strada e non possiamo certo piazzare le persone. Però possiamo assicurare tutti gli strumenti necessari per permettere loro di iniziare a cooperare.” spiega la Bildesheim, “Invitiamo a venire con un progetto di film, in modo da poterlo sviluppare con la nostra consulenza diretta. Per i partecipanti è l’occasione di avere dei pareri qualificati e di capire come funzionano le cose nel settore, ma soprattutto di imparare a valutare il rischio.”

Le reazioni alle attività degli workshop sono state positive, così come il destino delle 370 persone provenienti da vari paesi europei che hanno partecipato gli anni scorsi – tutte impiegate nel mondo della produzione, in qualità di assistenti o produttori con responsabilità serie. C’è quindi una speranza per i giovani liguri che vogliono provare ad entrare nel cinema senza autocondannarsi ad un destino di galoppini nella giungla romana? “La speranza non si nega a nessuno.” è la chiosa di Rocco, “Naturalmente ci auguriamo la partecipazione di molti liguri: è fondamentale per evolverci ed acquisire autorevolezza. E sappiamo che in questa regione qualcosa si sta muovendo da tempo, altrimenti non avremmo aderito.” Le iscrizioni sono aperte.

(di Massimo Lechi)

Postato in Numero 96, Varie.

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