Il doppiaggio, arte usuale e misteriosa


tahar rahim il profetaCI SIAMO RIUSCITI ANCHE QUEST’ANNO! Per merito di Bruno Astori, che lo ha progettato ed organizzato per quindici anni, il Festival del doppiaggio “Voci nell’ ombra” (che ora per ragioni contrattuali si chiama soltanto “Voci”) è previsto a Genova il 4 e il 5 novembre 2011. Del Festival io sono dalla fondazione il Direttore Artistico e il Presidente della giuria che assegna gli “Anelli d’ oro” ai migliori doppiatori e il Premio Castellani a un ligure che, per quel che riguarda l’anno trascorso, si sia particolarmente distinto nel mondo dello spettacolo.

Il programma previsto per quest’anno si articola in due giorni: venerdì 4 novembre, alle ore 16, verrà presentato e illustrato il doppiaggio del film “Il profeta” (Le Prophète, 2009) di Jacques Audiard, che vinse il Gran Premio speciale della Giuria al Festival Cannes e ben 9 premi César, cioè gli Oscar francesi. Tutta l’operazione avviene in collaborazione con la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Genova e infatti parteciperanno alla manifestazione due professoresse della sezione di francesistica, Micaela Rossi e Anne Giaufret insieme al ben conosciuto Direttore di doppiaggio Rodolfo Bianchi, che è anche notissimo doppiatore. Infatti “Il profeta” pone dei rilevanti problemi linguistici dal
punto di vista del doppiaggio (l’ adattamento è di Giorgio Tausani). Il film, opera di un regista ormai affermato (figlio di quel Michel Audiard che fu anche egli per molti anni regista e sceneggiatore di successo nel cinema transalpino dagli anni Sessanta agli Ottanta) evoca infatti un sostanziale problema di fondo: si svolge in un carcere francese dove il giovane protagonista, illetterato ed inesperto, riceve una accelerata lezione di delinquenza dai suoi compagni di pena.
Viene in un certo modo “adottato” dai Corsi che dominano tutti gli altri carcerati ed impara la loro lezione sino a diventare un “padrino” a sua volta.

Nel testo originale si ode parlare ovviamente il francese, l’arabo da parte dei detenuti arabi e il corso da parte dei Corsi. Per cui in linea di principio si è conservato l’arabo sottotitolandolo mentre i dialoghi in corso sono stati, vista la potenziale affinità tra i due idiomi, ricalcati in italiano dagli stessi attori che doppiano dal francese.

Per controllare la accettabilità dell’operazione è stata fatta venire dalla Corsica una consulente.
Chiaramente il Corso originale è stato in qualche modo italianizzato per renderlo più comprensibile ad un pubblico come il nostro che non è abituato alle tonalità gutturali dell’ idioma isolano.
Il quale comunque, lo ricordo, è sostanzialmente molto più vicino all’ italiano di quanto non lo sia il genovese. Non è un caso che prima dell’ arrivo dei francesi i Corsi nobili o benestanti andassero regolarmente a fare l’università a Pisa, ribadendo così la semi-toscanità della loro lingua. All’incontro del Cambi Cafè sarà presente anche uno studente, Andrea Scalarandis, che, relatrice la prima citata Micaela Rossi, ha preparato la sua tesi di laurea proprio sui problemi di adattamento linguistico posti dal doppiaggio del film.

Il giorno dopo, sabato 5 novembre, è prevista alla Casa Paganini, in Piazza Santa Maria in Passione (si tratta di una bene meritata istituzione universitaria poco conosciuta dai genovesi) la tradizionale Serata d’Onore del Festival del doppiaggio con la consegna dei già ricordati Anelli d’Oro, e cioè dei premi. Essi intendono segnalare i migliori doppiatori dell’annata trascorsa e sono naturalmente divisi nelle tradizionali categorie: miglior voce protagonista, sia femminile che maschile, miglior voce caratterista, migliore direzione del doppiaggio, oltre che, come detto all’ inizio un ligure ben meritante.
La Giuria che assegna i premi è da me presieduta.

Il vice presidente Enrico Lancia (grande specialista di doppiaggio, vede recensito in questo stesso numero di Film Doc, un libro recente: “I doppiatori del cinema italiano” scritto insieme a Giraldi e Morelli) è affiancato dagli altri colleghi che sono Morando Morandini, Callisto Cosulich, Renato Venturelli, Massimo Giraldi, Fabio Melelli, Tiziana Voarino e Antonio Genna (quest’ultimo, come è noto, è l’inventore ed il gestore di uno straordinario sito in internet, di continuo aggiornato, che registra passato e presente del doppiaggio italiano).

Il meccanismo dei premi è quello tradizionale: per ognuno di essi la Giuria formula una triade di candidati che danno origine alle “nominations”. Poi naturalmente presceglie un vincitore. Nella serata dei premi i tre candidati vengono evocati attraverso frammenti dei rispettivi doppiaggi. Proiettati i quali si rende noto il vincitore e si procede alla premiazione. In genere i vincitori, con qualche lieve eccezione, sono sempre venuti a ritirare i premi, sia a Finale Ligure, dove la manifestazione è nata, sia a Sanremo e ad Imperia dove si è in seguito trasferita. Da Roma (dove di fatto risiedono tutti i protagonisti del doppiaggio italiano) Genova è ancor più facilmente raggiungibile per cui la speranza di avere tutti i premiati è ragionevole.

(di Claudio G. Fava)

Postato in Festival, Numero 95.

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